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[Forlì] Bodycam e Taser alla polizia, le tecnologie al servizio della repressione

Nuove armi e tecnologie in dotazione alle forze del (dis)ordine. A gennaio i giornali locali, riprendendo l’annuncio in pompa magna dato dal sindacato di Polizia Siulp, hanno fornito la notizia che, entro febbraio i poliziotti delle Volanti della Questura di Forlì e del Commissariato di Cesena (circa 260 poliziotti operativi in provincia di cui 80 quelli di Cesena) saranno dotati del Taser, la pistola che immobilizza con impulsi elettrici, e della Bodycam indossabile sulla divisa di servizio.

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Forlì, sul nuovo Regolamento di Polizia urbana e di “civile convivenza”

INDECOROSA È LA RICCHEZZA A FRONTE DELLA POVERTÀ,
IL VERO DEGRADO È MULTARE CHI VIVE LE CITTA’!

È stato approvato dalla giunta di centrodestra del Comune di Forlì (e con la complice astensione dei 5 Stelle e di Italia Viva) il nuovo “Regolamento di Polizia urbana e di civile convivenza” (!) che va a punire semplici comportamenti, che non necessariamente comportano dei reati.
Si tratta di un provvedimento, del tutto simile a quelli adottati da altri comuni (anche romagnoli), liberticida e repressivo, che non intende risolvere i reali problemi (povertà, mancanza di case popolari, caro affitti, precarietà, mancanza di spazi aggregativi liberi dalle solite logiche di profitto e di lucro…) e che si nasconde dietro paroline magiche senza significato come “decoro” o la formula vuota e retorica della “lotta al degrado”.
Un provvedimento che fu già proposto tempo fa, nel 2018, col Pd al governo della città, dall’ex assessore Marco Ravaioli (della lista Forlì SiCura e di professione poliziotto) e che ora vede l’approvazione dopo la presentazione a luglio da parte dell’attuale vice sindaco e assessore alla sicurezza, il leghista Daniele Mezzacapo.
Oltre a vietare in maniera davvero ignobile su tutto il territorio comunale il cosiddetto “accattonaggio molesto” (ovvero l’elemosina, che non è mai stata un reato), nello specifico con questo atto permane il divieto di consumare bevande in centro (alcoliche ma anche analcoliche se in vetro) a qualsiasi ora ad eccezione che nei locali alla moda e delle loro pertinenze (ovvero i dehors). I minimarket invece dovranno smettere di vendere alcolici alla sera, con una sanzione amministrativa che va dai 1.000 a 6mila euro. Non ci si potrà sdraiare o sedere in strada o in spazi pubblici come piazze, giardini e monumenti (lo chiamano “bivaccare”). Vietato anche legarsi agli stessi come “forma di protesta”. Chi ha un locale deve impedire che, in orario di chiusura, ci si possa sedere all’esterno.
Per tutti coloro che contravvengono ai divieti ci sono delle sanzioni pecuniarie.
Insomma, è un grosso favore ai commercianti dei costosi locali e pub del centro città. Con questo provvedimento si cerca sempre più di ostacolare ed impedire ogni forma di aggregazione che non comporti il dover spendere molto e comprare delle merci costose.
In questo modo la libera socialità vuole essere bandita dal centro storico della città, che secondo i piani politici deve restare fruibile solo per finalità economiche e commerciali.
Per di più il nuovo regolamento prevede anche il divieto di portare bombolette e materiale pirotecnico nel centro storico in occasione di raduni con svariate persone, un articolo che sembra scritto apposta per colpire le manifestazioni antagoniste e le proteste delle/dei dissenzienti.
Infine più poteri al sindaco che può disporre il Daspo urbano – misura assolutamente preventiva ed arbitraria – per persone “indesiderate”, in varie zone del centro, ma anche nelle adiacenze di musei e scuole.

VEDI GLI ARTICOLI USCITI SUI MEDIA LOCALI:

https://www.teleromagna24.it/attualit%c3%a0/forli-approvato-il-regolamento-di-polizia-urbana-polemiche-dallopposizione-video/2020/9

https://www.ilrestodelcarlino.it/forl%C3%AC/cronaca/regolamento-urbano-1.5512565

TURARSI IL NASO NON SERVE!

Nelle ultime settimane, dopo l’uccisione di George Floyd da parte della polizia americana e la conseguente esplosione di collera che si è tradotta in sacrosante rivolte con tanto di centrali di polizia prese d’assalto, in Italia c’è stato il tentativo di scopiazzare in termini più edulcorati il movimento americano sul tema del razzismo, scordandosi però che la brutalità della polizia non è una questione di poche “mele marce” ma l’attitudine e il ruolo che da sempre rivestono i diversi corpi di polizia. Oltretutto pochissimi hanno ricordato che anche nel “belpaese” ci sono state moltissime vittime per mano delle forze di polizia, alcune abbastanza note come Aldrovandi, Cucchi, Giuliani, Uva, ecc. Ma anche tanti individui dalla pelle nera massacrati o lasciati morire nei Cie-Cpr o nelle patrie galere. E qui ricordiamo le 14 persone uccise per le rivolte durante il lockdown per il Covid19 nel carcere di Modena, quasi tutte dalla pelle scura e che di sicuro non hanno ottenuto la stessa attenzione e men che meno han visto mobilitarsi i democratici di casa nostra!
A chi lo ha voluto rimarcare è stato impedito di farlo, come a Rimini dove gli organizzatori di una di queste manifestazioni “antirazziste” hanno cercato di impedire l’esibizione di uno striscione che ricordava che ‘LA POLIZIA UCCIDE!”.
Evidentemente l’uccisione di un nero negli Usa fa più notizia che i neri uccisi con totale impunità dalle guardie di casa nostra e, nel caso delle rivolte dei detenuti, con il governo che sposava la tesi dell’overdose come causa di queste morti simultanee.
E quindi desta ancora maggior disgusto il fatto che ad aderire alle sigle “Black lives matter” italiane e a partecipare alle manifestazioni antirazziste nelle varie città ci siano anche, tra gli altri, sigle ed esponenti di quei partiti che sostengono l’attuale governo. Partiti che in questi anni hanno varato un susseguirsi di leggi anti-immigrazione, hanno fatto accordi con i mercenari libici per non far partire i migranti, hanno introdotto pacchetti sicurezza come il Minniti-Orlando che vanno a colpire gli immigrati e aumentano il controllo sociale per tutti, a cominciare proprio da chi partecipa alle proteste sociali, dotando tra l’altro la polizia di nuove armi come i Taser. Stiamo parlando ovviamente del Partito Democratico e di Italia Viva di Matteo Renzi, partiti liberisti, securitari e autoritari della peggior specie. Facce di bronzo, gli esponenti di questi partiti hanno partecipato e aderito alle manifestazioni antirazziste, in tutta Italia come anche in Romagna (principalmente a Rimini, Forlì e Ravenna) dimenticandosi dei tanti immigrati che per merito loro annegano in mare, sono torturati in qualche lager libico oppure vengono tenuti reclusi dietro le sbarre di un carcere o di un Cpr per la sola colpa di non essere italiani dalla pelle bianca.
Ma che questi politicanti siano quanto di più bieco e opportunista ci possa essere sulla faccia della terra, certo non dobbiamo stupircene. Non possiamo davvero passare sotto silenzio, però, la partecipazione ad alcune di queste manifestazioni “antirazziste” e l’adesione ufficiale, con tanto di sigle affiancate a quelle del Pd e di Italia Viva, di alcuni partiti che si riconoscono nell’ideologia comunista come del gruppo NonUnaDiMeno.
Come si possa decidere di condividere le stesse rivendicazioni e le stesse piazze con chi strumentalizza il tema del razzismo per proprio tornaconto politico eppoi agisce nella pratica come i leghisti e i fascisti rimane un mistero. Come lo si possa fare poi in un momento come questo, dopo che il governo sostenuto da questi partiti ha dimostrato di avere più a cuore gli interessi di industriali e cliniche private, che la salute di lavoratori, detenuti, donne, affittuari e precari, è ancora più sbalorditivo! Stiamo parlando di un governo che ha fatto più di un milione e mezzo di multe, che ha mandato i suoi sgherri a spadroneggiare per strada durante il confinamento domestico a cui siamo stati sottopost* per mesi interi, che ha introdotto droni e app di tracciamento attraverso leggi e decreti. Il tutto mentre assecondava le richieste padronali fatte da Confindustria e teneva migliaia e migliaia di operai a contagiarsi nelle fabbriche e nel settore della logistica.
E c’è chi non trova di meglio che affiancare la propria sigla a quelle delle carogne che compongono questo governo (e governi precedenti, non meno peggiori di questo)!!!
“Che nulla torni come prima”, ed invece si è finiti col turarsi il naso e ancora una volta prestarsi all’amo di questi farabutti (non per nulla si è sardine), invece che passare a presentargli il conto!
Turarsi il naso, non serve a niente.

Osservatorio Antifascista della Romagna

VLAD – Vademecum Legale contro gli Abusi in Divisa

VLAD – Vademecum Legale contro gli Abusi in Divisa

E’ disponibile V.L.A.D. , a cura di Alterego – Fabbrica dei diritti e Acad – Associazione contro gli abusi in divisa.
VLAD – Vademecum Legale contro gli Abusi in Divisa è il Vademecum diretto a tutte le persone attive nei movimenti sociali dal basso (e non solo), racconta dei diritti che ogni individuo ha quando incontra le Forze di Pubblica Sicurezza e dei doveri che queste ultime DEVONO rispettare.
Un piccolo contributo a tutte e tutti in un periodo storico sempre più cupo.

Clicca quì per scaricare il Vademecum V.L.A.D. 
http://www.abusivlad.it/