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Sul generale Vannacci a Ravenna, il Salone dei Mosaici e l’associazione Tessere del 900

La Romagna non si fa mai mancare niente, vero? Così circa due mesi fa il generale Roberto Vannacci, ormai noto a livello nazionale, di recente promosso a capo di stato maggiore delle forze operative terrestri dell’esercito a pochi giorni dall’avvio di un procedimento disciplinare da parte del ministero della Difesa per i contenuti del suo libro omofobo, sessista e razzista, l’11 dicembre scorso ha presentato a Ravenna il suo “Il mondo al contrario”, dapprima autopubblicato e distribuito su Amazon e poi rieditato dalle edizioni di destra “Il Cerchio” di Rimini. Libro che ha venduto, a quanto si dice, più di 200.000 copie divenendo un caso letterario, anche se di arte letteraria nel testo se ne trova ben poca, e che in diverse parti d’Italia ha suscitato diverse proteste che sono riuscite in qualche caso a bloccarne la presentazione. La cosa più interessante è però chi ha organizzato l’iniziativa.

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A Roma in via Acca Larentia neofascisti da tutta Italia. Anche da Cesena

Anche quest’anno diversi militanti e gruppuscoli neofascisti d’Italia si sono dati appuntamento di fronte alla ex sede del MSI di via Acca Larentia a Roma, nel quartiere tuscolano, per commemorare tre militanti del Fronte della Gioventù, l’ala giovanile del Movimento Sociale, uccisi il 7 gennaio 1978, due da militanti dei Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale ed un altro da un agente a seguito di scontri con la polizia davanti alla sede del partito neofascista. Anche quest’anno, com’era ampiamente scontato, al rito del presente i centinaia di astanti hanno risposto col saluto romano. Centinaia di persone inquadrata militarmente, per centinaia di braccia tese.

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[Forlì-Cesena] Maschilismo e patriarcato di Casapound

Di seguito una breve analisi a partire dalle ultime azioni del noto movimento neofascista in provincia di  Forlì-Cesena, che si sono prodotte non solo in ambito romagnolo visto che le azioni si inseriscono in una strategia nazionale, tesa ad inserirsi in maniera vomitevole nel dibattito sul patriarcato sviluppatosi dopo l’ennesimo femminicidio, quello di Giulia Cecchettin.

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[Cesena] Casapound senza vergogna affigge striscione antifemminista su uccisione di Giulia Cecchettin

Casapound senza vergogna a Cesena affigge striscione anti-femminista a proposito dell’uccisione di Giulia Cecchettin da parte di Filippo Turetta.
Il testo del vomitevole striscione, apposto questo 24 novembre sul cavalcavia adiacente al centro commerciale Coop Lungo Savio, ed anche in diverse città italiane, è:
“ma quale patriarcato, questo è il vostro uomo rieducato”

I fasci, che a Cesena hanno recentemente aperto una nuova sede in Piazza Giovanni Amendola 9, negano l’esistenza del patriarcato, e il fatto stesso che esista un problema profondo di cultura maschilista in Italia, addirittura riconducendo questo femminicidio, uno dei purtroppo tantissimi che avvengono ogni anno in questo paese, allo “svirilimento” del maschio italiano da parte delle teorie femministe, per cui il “maschio” corrotto da questa “decostruzione sociale e di genere”, persi i tradizionali ruoli patriarcali e cioè “i fondamentali e complementari ruoli di Uomo e Donna”, diventerebbe “imbelle” e “senza virilità”, non più in grado di gestire i rapporti con l’altro sesso. Una reazione, il femminicidio, quindi addirittura in qualche modo giustificato dai fascisti.

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[Cesena] Apre un nuovo covo fascista e razzista in centro storico

La nuova sede di CasaPound a Cesena, in piazza Giovanni Amendola 9

Diamo questa notizia, di cui hanno riferito anche alcuni giornali locali1.

Nella serata di venerdì 27 ottobre è stata aperta ufficialmente la nuova sede cesenate dell’organizzazione CasaPound, con un “brindisi” che ha visto la presenza di qualche volto noto del neofascismo locale.

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5 giugno Asta Benefit Antifa

Manca poco al giorno dell’asta benefit a sostegno delle 4 persone antifasciste condannate a pagare 15 mila euro per l’opposizione all’apertura della sede di Cagapound a Cesena (qui è narrata la vicenda: https://osservatorioantifaromagna.noblogs.org/il-tribunale-di-forli-condanna-lantifascismo/)

Il 5 giugno, dalle ore 10.00 in poi guarda i post (attenzione, l’asta si terrà esclusivamente su Intangram!) sui profili Instagram degli artisti e delle artiste che hanno donato le proprie opere per l’asta. Tieni d’occhio anche il profilo della pagina asta_antifa_cesena perché alcune opere saranno postate lì!
Partecipare all’asta è semplice!
Vai a dare una sbirciatina alla pagina https://www.instagram.com/asta_antifa_cesena/ per leggere come funzionerà e per vedere quali sono queste bellissime opere di cui stiamo parlando!
Non perderti l’asta e spargi la voce!!!
La solidarietà è un’arma!

[Cesena] CasaPound lascia la sede di via Albertini

Leggiamo dai giornali locali online

CasaPound ha lasciato la sede in via Albertini, nella Valdoca. “È stata data disdetta ai proprietari – informa Antonio Barzanti, candidato sindaco alle comunali del 2019 per CasaPound ed esponente del movimento –. Ci trasferiremo in un’altra sede in città”.
La vicenda dell’affitto nel gennaio del 2018 di un negozio di via Albertini all’associazione culturale Histrion, che a sua volta ospitava Casapound, ebbe anche risvolti giudiziari con un processo penale che vide cinque attivisti di sinistra imputati di violenza privata, minacce e diffamazione nei confronti dei proprietari dell’immobile. Quattro di essi sono stati condannati in primo grado con una sentenza dello scorso settembre. I proprietari hanno affisso un cartello con l’informazione che l’immobile è in vendita.

Il tribunale di Forlì Condanna l’antifascismo

■ IL TRIBUNALE DI FORLÌ CONDANNA L’ANTIFASCISMO! ■
Solidarietà alle antifasciste e agli antifascisti condannatx per essersi oppostx all’apertura di un covo fascista a Cesena.

Mercoledì 15 settembre 2021 al Tribunale di Forlì si è tenuta l’udienza definitiva di primo grado, con relativa sentenza, del processo che vedeva imputate 5 persone per diversi reati riguardanti la composita opposizione contro l’apertura della sede di Cesena di Casapound aperta in Via Albertini 28/D nel gennaio 2018.
Nella fattispecie, i fatti si riferiscono a delle “pressioni” – che sarebbero avvenute subito prima dell’apertura del covo dei fascisti del terzo millennio – nei confronti dei proprietari del negozio che sarà poi di fatto affittato proprio al gruppo di estrema destra, e a un volantino che ricordava le complicità di chi concede i propri locali a questi gruppi affisso per Cesena, con indicati nomi e cognomi dei summenzionati proprietari.
Dopo diverse udienze – e diversi presidi antifascisti solidali di fronte al Tribunale – il giudice, Ilaria Rosati, ha assolto una di queste cinque persone e condannato le altre quattro. Tre di queste sono state condannate ad una multa di 800 euro a testa per diffamazione, per la diffusione del già detto volantino, sebbene non si sia portata una sola prova a carico nei loro confronti: né un fermo di polizia con identificazione, né immagini di telecamere e nemmeno il sequestro del volantino in questione. É bastata la sola testimonianza di un paio di poliziotti che dicono di averle viste affiggere il volantino per farle condannare, anche se queste hanno sempre affermato di aver distribuito un volantino differente da quello preso in esame (un volantino esistente, effettivamente diffuso davanti a negozi sfitti che, genericamente, invitava i proprietari a non affittare i propri spazi a movimenti fascisti).
Un’altra persona è stata invece condannata a sette mesi di carcere, con pena sospesa, per tentata violenza privata, con l’accusa di avere tentato verbalmente di convincere i proprietari a non affittare il loro negozio ad un manipolo di picchiatori fascisti dichiarati.
Oltre alle condanne, c’è da aggiungere anche il pagamento complessivo delle spese legali e processuali e un risarcimento di circa 9.000 euro in totale per i proprietari del negozio, Daniele e Francesco Lombardini, padre e figlio (quest’ultimo avvocato) costituitisi come parte civile, che hanno lamentato un danno di immagine e psicologico, telefonate di persone risentite per la scelta di affittare il negozio a un gruppo di fascisti ed esprimendo il timore di ipotetiche ritorsioni.
In tutto si parla quindi di circa 15.000 euro da dover sborsare se in appello la sentenza di condanna dovesse essere confermata.
Come già detto altre volte, senza voler fare qui dello sterile vittimismo, queste persone pagano anche per le tante iniziative e lotte antifasciste portate avanti a Cesena a seguito dell’apertura della sede di Casapound (sede che fu oggetto anche di esposti da parte dei condomini dello stabile in cui era situata, che certo non gradivano questo tipo di vicinato, e che oggi risulta in vendita e frequentata pochissimo, con parte del gruppo di Casapound impegnata come settore attivo nell’organizzazione dei cosiddetti “No Paura Day” ed un’altra transitata sul carro di Fratelli d’Italia, partito che in città ha recentemente aperto una sua sede in piazza del Popolo, dove prima c’era la sezione del PD).
Ancora di più, anche se non una novità, queste condanne ci sembrano il frutto del clima che respiriamo oggi in Italia, dove tra discriminazioni etniche e di genere, aggressioni ai lavoratori in lotta da parte di squadracce private pagate dalle imprese, manovre poliziesche e giudiziarie contro l’opposizione dal basso agli ultimi governi e sempre nuovi e affinati strumenti repressivi non ci deve stupire che un giudice nell’epoca attuale si senta giustificato a condannare quattro antifascistx….per antifascismo! In questo modo legittimando indirettamente la presenza dei gruppi fascisti e delle loro gesta sui territori.
Ovviamente, è chiaro che le antifasciste e gli antifascisti che sono statx condannatx andranno sostenutx, anche riguardo l’aspetto solidale-monetario per quella che ci appare come una vera e propria estorsione da migliaia di euro.
Il tentativo palese è quello di intimidire le persone disposte a lottare per un’idea di esistenza in totale contrapposizione con l’ideologia autoritaria, sfruttatrice e sostanzialmente fascista.
Spetta a tutte e tutti noi – antifasciste e antifascisti, persone libere, solidali – dimostrare che non hanno raggiunto lo scopo, e dimostrare che chi lotta non è mai solx!

– ANTIFASCISTE ED ANTIFASCISTI DI FORLÌ E CESENA
– INDIVIDUALITÀ LIBERTARIE

Per sottoscrivere il presente comunicato, da parte di gruppi, collettivi, spazi, etc, la mail a cui fare riferimento è questa: cesenantifa@inventati.org

Sull’ipotesi di scioglimento di Forza Nuova

Oggi si fa un gran parlare di scioglimento dei gruppi fascisti dopo l’assalto di questi (leggasi Forza Nuova) alla sede di Roma della Cgil (assalto avvenuto con la sostanziale copertura dei dirigenti di polizia li presenti che ben sapevano dove Fiore, Castellino e soci si stavan dirigendo, dato che lo avevano annunciato precedentemente dal palco).
Però, rileviamo che non ci è sembrato che quando i fasci assaltavano centri sociali o accoltellavano immigrati la sinistra istituzionale si sia mai troppo scandalizzata.
Eppure c’è chi in tutti questi anni non ha mai abbassato la testa contro i fascisti e contro chi gli concede l’agibilita’ per agire e organizzarsi. Sono coloro che proprio la sinistra istituzionale chiama “estremisti”, coloro che vogliono che i fascisti non trovino spazio da nessuna parte.

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