[Cesena] Apre un nuovo covo fascista e razzista in centro storico

La nuova sede di CasaPound a Cesena, in piazza Giovanni Amendola 9

Diamo questa notizia, di cui hanno riferito anche alcuni giornali locali1.

Nella serata di venerdì 27 ottobre è stata aperta ufficialmente la nuova sede cesenate dell’organizzazione CasaPound, con un “brindisi” che ha visto la presenza di qualche volto noto del neofascismo locale.

Diciamo ufficialmente, perché era già da qualche mese che personaggi del sopraddetto movimento neofascista erano stati notati nei pressi della nuova sede, che si trova in pieno centro a Cesena, in Piazza Giovanni Amendola 9, a due passi da Piazza del Popolo e dal municipio, dopo che negli ultimi tempi si erano ritrovati a svolgere le loro iniziative, con annessi aperitivi e tesseramenti, in Corte Dandini 10, al ristorante “Donini per la gola”2, luogo in cui a giugno 2022 era stato organizzato anche il concerto del gruppo folk di destra degli Antica Tradizione e una conferenza di Cesare Ferri, ex sanbabilino, condannato nel 1999 per incitamento all’odio e alla violenza per motivi razziali in merito alla costituzione del Fronte Nazionale di Franco Freda3.

Cesare Ferri, al centro con gli occhiali, ala conferenza organizzata a Cesena, davanti al ristorante Donini, in Corte Dandini, sabato 11 giugno 2022. Alla sua destra, Andrea Bonazza, di Bolzano, dirigente nazionale di CasaPound. Alla destra di Bonazza c’è Antonio Barzanti.

 

Nella foto qua sopra, un momento del tesseramento avvenuto sabato 21 gennaio 2023 al ristorante “Donini per la gola” di Corte Dandini a Cesena.

Il nome scelto per la nuova sede questa volta è “Diavolessa”, che fa il verso al nome di una costruzione esistente nel centro cittadino, una galleria che durante la seconda guerra mondiale fungeva da rifugio contraereo. Un nome appropriato, ci sembra, per fascisti che si rintanano nella loro fogna.

Come fu per la precedente sede, il “Barbanera” di via Albertini 28/d, che era stata aperta nel 2018 sempre in un palazzo del centro storico e chiusa nel 2021 dopo varie proteste, vicissitudini anche legali e lamentele da parte dei residenti, CasaPound si nasconde dietro una associazione formale: ieri questa associazione si chiamava “Istrion”, oggi il nome scelto è “Il Garampo”.

La nuova sede di due piani esteticamente rassomiglia più ad un locale alla moda fighetto che alla sezione di un gruppo politico. Vi trovano posto un bar, la mescita di alcolici e attività collaterali. Una chiara tendenza a “fare cassa”.

I promotori, anche economici, che stanno dietro questa nuova apertura sono ancora una volta i fratelli Barzanti, Antonio ed Emiliano, proprietari delle Edizioni Brazanti di Pievesestina, una azienda tipografica fondata negli anni 50 e specializzata in stampa e packaging nel settore delle sementi. Una società che all’anno fa registrare più di 4 milioni di fatturato.

Ma la vera mente è senz’altro il fratello Antonio, candidato sindaco per CasaPound nelle amministrative del maggio 20194 (raccolse appena lo 0,9% con 464 voti) e che si era già fatto notare come organizzatore, assieme a Paolo Sensini e a Riccardo Luzi, delle manifestazioni dei cosiddetti “No Paura Day”, ovvero quelle proteste pubbliche, incominciate nell’autunno 2021 a Cesena e poi diffuse in varie parti d’Italia, contro la gestione pandemica del governo, la narrazione ufficiale sul covid e i vaccini ma che si facevano riconoscere a partire da posizioni che prestavano il fianco a fantasie di complotto. Mobilitazioni, quelle del “No Paura Day”, sigla oggi diventata anche associazione culturale, che hanno visto nel tempo la partecipazione di personaggi legati all’ambiente della destra radicale, un esempio su tutti fu la presenza a Cesena come oratore, a dicembre 2021, nel parco dell’Ippodromo, di Don Lorenzo Lasagni, parroco omofobo di Pisignano (RA) con simpatie fasciste, noto a Ravenna per ufficiare le commemorazioni del gerarca Ettore Muti5.

Un post del 2021 di Antonio Barzanti di CasaPound Cesena, in merito alla partecipazione alle manifestazioni “No Paura Day” cittadine. Nella prima foto postata si può notare, sulla sinistra con l’ombrello, lo stesso Barzanti partecipare ad un corteo NPD

La nuova sede, come la precedente, è logico credere che ospiterà le attività non solo della formazione principale ma anche quelle di Blocco Studentesco (la componente giovanile e studentesca dei “fascisti del terzo millennio”, che conta qualche piccola presenza nelle scuole superiori cesenati) ed altre iniziative collegate.
Sulla pagina facebook “Difendi Cesena”, di pertinenza delle stesse persone aderenti alla sezione cesenate di CasaPound (cioè Barzanti stesso), si può infatti leggere:
“Il Garampo gestirà il circolo privato denominato “Diavolessa”, già aperto ai soci. Al contrario di quanto riportato da qualche quotidiano, quella di venerdì non è stata l’inaugurazione, che avverrà nelle prossime settimane e sarà pubblicizzata a dovere. Ci teniamo inoltre a ribadire che “Diavolessa” non può essere riconducibile alla sola attività di CasaPound Italia. I locali ospiteranno infatti diverse realtà, tra cui la nostra Difendi Cesena”6.

La cosa fa abbastanza ridere: “Difendi Cesena” è l’emanazione politica di cui CasaPound spesso si serve, come denominazione ufficiosa per l’organizzazione di manifestazioni e iniziative pubbliche. In pratica, ambedue sono la stessa entità.
L’apertura ufficiale della sede cesenate avviene negli stessi giorni in cui CasaPound ha aperto una sede anche ad Udine, denominata “La Fronda”, acquistata come sfregio proprio di fronte al monumento alla Resistenza cittadina, in via Stabernao, in uno dei quartieri più multiculturali della città. Non può sfuggire la data comune scelta per le due aperture, a ridosso del 28 ottobre. Questa data non è scelta a caso, ma è la data che segna l’anniversario della marcia su Roma da parte dei fascisti (ed infatti, rimane beneamato ai neofascisti questo triste anniversario, così che sabato 28 e domenica 29 si è svolta anche quest’anno la triste parata dei nostalgici a Predappio, paese natale di Mussolini, in provincia di Forlì-Cesena7).

L’apertura di due nuove sedi sul territorio nazionale da parte del movimento della “tartaruga frecciata”, ci dice del rinnovato attivismo di questo gruppo neofascista, dopo un periodo di relativa debolezza o comunque di ridotte capacità di manovra.

Infatti, dopo la fine del periodo emergenziale legato alla diffusione del covid, con il tentativo dei diversi gruppi neofascisti, peraltro riuscito in alcune città come Roma con Forza Nuova e appunto Cesena con esponenti di CasaPound riconosciuti alle iniziative dei “No Paura Day”, di intessere nuovi rapporti e prendere la direzione delle piazze generalmente indicate come no-vax, non si erano registrate molte altre occasioni per i movimenti della destra radicale di rendersi visibili.
Già durante e dopo il periodo pandemico gli esponenti di CasaPound avevano provato a cambiare tattica, anche a seguito dei loro flop elettorali (alle elezioni nazionali del 2018 CasaPound Italia raggiunse lo 0.95% dei consensi, e lo 0.33% alle europee del 2019), come in passato avevano già tentato di fare con la Lega per mezzo dell’alleanza con Salvini e la creazione della naufragata lista elettorale “Sovranità”.
Proprio a Cesena già nel febbraio 2021 era stata notata la presenza militante, ai banchetti di propaganda di Fratelli d’Italia, di alcuni esponenti di CasaPound8. Questa strategia di avvicinamento era iniziata con i flash mob delle “Mascherine Tricolori” a cominciare dal maggio 2020 contro la “dittatura sanitaria”, che a Cesena hanno visto raggruppati militanti sia di CasaPound che di Fratelli d’Italia/Gioventù Nazionale/UGL, e in seguito era continuata quando Andrea Caputo, esponente di CasaPound e responsabile locale de “La Muvra” (gruppo escursionistico del movimento) era entrato direttamente a far parte di Gioventù Nazionale Forlì-Cesena, l’ala giovanile di Fratelli d’Italia, fino a diventarne addirittura il responsabile locale, a marzo 2022, con la carica di commissario provinciale di Forlì-Cesena9.

Andrea Caputo, di CasaPound, cerchiato di rosso, all’inaugurazione della sede cesenate di Fratelli d’Italia di Piazza del Popolo, nel 19 settembre 2021. All’inaugurazione era presente anche il parlamentare Ignazio La Russa, oggi presidente della Camera. La foto è tratta dalla pagina facebook di Gioventù Nazionale Forlì-Cesena.

Questo schema cambia tuttavia decisamente con l’arrivo al governo di Giorgia Meloni e del suo partito. Un partito post-fascista, che conserva comunque, si badi bene, legami ben saldi di certi suoi settori con il mondo di provenienza neofascista. La Meloni, una volta insediata al governo, ha imposto un’immagine più rispettabile al partito erede del MSI (anche se il partito conserva ancora nel suo simbolo la fiamma mussoliniana) e a questo punto, anche a seguito di divergenze ideologiche su alcuni temi di politica internazionale (FdI considerata come troppo “atlantista”), Caputo nell’estate 2022 lascia gli incarichi in Gioventù Nazionale e torna a CasaPound10 – anche se a tuttoggi, forse per difetto di aggiornamento del sito, figura ancora come responsabile di Forlì nell’organigramma dell’organizzazione sul sito internet di Gioventù Nazionale11 – e i rapporti con Fratelli d’Italia e con l’UGL, il sindacato di destra vicino a FdI, diminuiscono anche se non cessano del tutto, soprattutto con la componente giovanile del partito, di cui alcuni membri erano stati notati a frequentare la sede neofascista di via Albertini.

Ma se da un lato Meloni e la compagine di centro-destra hanno innegabilmente fagocitato le istanze delle formazioni più legate al passato neofascista, facendone in più di un caso attività politica di governo e quindi sottraendo di fatto spazio alle componenti più radicali (pensiamo solo ai tentativi di attacco contro il diritto all’aborto12, ai decreti sicurezza e alle crociate legalitarie contro ciò che si muove in ottica spontanea come la criminalizzazione dei rave, alla volontà di riscrivere verità ormai assodate sulle stragi fasciste commesse nei decenni passati, come la Strage di Bologna, e soprattutto alle politiche contro l’immigrazione e di contrasto alle missioni di soccorso in mare, da sempre cavallo di battaglia di tutte le destre), proprio l’emersione nel dibattito pubblico e nell’azione di governo di questi temi ha data nuova linfa agli schieramenti neofascisti, che su tali coordinate hanno sempre basato la loro esistenza e giocato la loro parte, sia in vicendevole intesa che in competizione con i partiti più istituzionali della destra.
Non è un caso, allora, che proprio a partire dall’insediamento del governo Meloni, e per una volontà di emersione autonoma di queste formazioni, anche per differenziarsi dalle politiche intraprese da Fratelli d’Italia, si siano documentati sul territorio italiano nuovi virulenti attacchi da parte dei gruppi neofascisti.

Prendendo in esame solo i casi più recenti, avvenuti ad ottobre:

a Napoli, quartiere Vomero, un musicista è stato preso a calci e pugni da quattro militanti neofascisti, con sottrazione della giacca perché vi erano apposte delle toppe antifasciste13;

a Roma, a Trastevere, alcuni studenti del liceo Visconti, vengono affrontati in maniera violenta da una quindicina di neofascisti ventenni, alcuni allievi di quella stessa scuola ed altri a dar manforte, tutti appartenenti a CasaPound. Uno dei ragazzi aggrediti portato in ospedale per le ferite e le fratture riscontrate, ha avuto diversi punti di sutura. Qualche giorno prima appartenenti a Blocco Studentesco avevano provato a strappare uno striscione antifascista esposto fuori dalla scuola, con la promessa di future azioni di rappresaglia14;

a Torino, alcuni studenti che protestavano per la presenza al Campus Einaudi di una iniziativa organizzata dal FUAN, sigla di estrema destra già estromessa dall’albo delle organizzazioni studentesche per propaganda fascista e poi riammessa di nascosto, a cui partecipava anche l’assessore regionale di FdI Maurizio Marrone, sono stati caricati all’interno dei corridoi dell’università dalla polizia antisommossa per permettere ai fascisti di tenere il loro evento. In quel frangente, cosa assai grave, alcuni elementi del FUAN si sono mischiati alla polizia nell’opera di assalto agli studenti15. Va notato che elementi del FUAN nella notte tra il 27 e 28 settembre avevano già aggredito, al Campus universitario, gli attivisti dell’Unione Degli Universitari accampati con le tende per protestare contro il caro affitti, con minacce di morte ed esibizione di coltelli16.

Bisogna inoltre considerare che l’inizio della legislatura del governo Meloni era iniziato sotto pessimi presagi, quando a febbraio 2023 due studenti del liceo Michelangelo a Firenze, membri di un collettivo antifascista, vennero aggrediti fisicamente davanti a scuola da un gruppo di appartenenti ad Azione Studentesca17, formazione legata al “centro sociale di destra” Casaggì e allo stesso partito Fratelli d’Italia, del quale rappresenta il vettore di penetrazione nelle scuole superiori (assieme ad Azione Universitaria, Azione Studentesca forma Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia). Un episodio simile era successo nei giorni precedenti davanti a un altro liceo fiorentino, il Pascoli18.

Da segnalare che la stessa Meloni, nel 1996, rivestiva la carica di responsabile nazionale di Azione Studentesca, allora ancora movimento giovanile di Alleanza Nazionale.

Questo dimostra in maniera abbastanza palese che certe filiazioni tra Fratelli d’Italia e il suo passato neofascista, e certe metodologie, sono ancora presenti.
Non a caso il governo Meloni, questo ottobre, ha nominato lo scrittore-giornalista Pierangelo Buttafuoco nuovo direttore della Biennale, la più importante fondazione culturale italiana sotto cui ricadono le competenze per le esposizioni d’arte (come la Mostra di Venezia), le mostre di teatro, quelle di architettura, i festival nazionali etc.. Vale la pena ricordare che Buttafuoco, in passato dirigente del Movimento Sociale Italiano, convertito da qualche anno all’Islam perché considerata come religione più tradizionalista del cristianesimo, è lo stesso che nel 2012 ha inaugurato la Festa nazionale di CasaPound19 e che spesso ha presenziato ad iniziative di gruppi della destra radicale. Alcuni dei suoi scritti, vale la pena di ricordarlo, sono stati pubblicati dalle “Edizioni di Ar” di Franco Freda20, il neonazista riconosciuto responsabile della strage di Piazza Fontana anche se mai condannato. Quando si dice il merito…

Perché ricordiamo queste cose? Per insistere sul fatto che è in atto una vera e propria operazione di tentata egemonia culturale da parte della destra e dell’estrema destra in Italia, che sta ottenendo dei successi notevoli, che ormai registra l’occupazione delle istituzioni designate alla cultura del paese e che la indirizzano. Come potrebbero non avvantaggiarsi di questa situazione tutti quei gruppi, come CasaPound, che non hanno mai nascosto la loro natura ideologica, e che puntano all’egemonia culturale, prendendo in prestito senza imbarazzo l’armamentario lessicale del comunista Gramsci?

Non ci sono dubbi sul fatto che CasaPound sia una formazione neofascista. Tanto che a Parma, proprio questo 28 ottobre, a “Il Bastione”, circolo parmense delle “tartarughe frecciate”, veniva organizzato il “Banchetto del camerata”, una cena “in perfetto stile ‘22”, dove era “gradita la camicia nera”21. La cena registrava la partecipazione di Guido Taietti, condannato a 7 anni e due mesi per lesioni gravissime22 per l’aggressione del gennaio 2015 al Centro Sociale Dordoni di Cremona, durante la quale rimase quasi ucciso l’attivista del centro sociale, Emilio Visigalli, per giorni in coma farmacologico e in seguito riconosciuto invalido al 46%23. Taietti, esponente di punta di CasaPound tra Brescia e Mantova, al “Bastione” presentava un suo libro. Perché nel frattempo è diventato autore di scritti per il Primato Nazionale (rivista di CasaPound) e per Altaforte (Casa Editrice del gruppo, gestita dal picchiatore Francesco Polacchi, ex dirigente nazionale di Blocco Studentesco e fondatore di Pivert, il marchio di abbigliamento del movimento).

Che il 28 ottobre sia una “data speciale” lo si capisce anche dando un’occhiata al canale Telegram del gruppo guidato da Iannone: a questa data, è pubblicata una foto che ritrae un gruppo di militanti dietro lo striscione “28/10 La marcia continua”.

Foto pubblicata dal canale ufficiale Telegram di CasaPound Italia il 28 ottobre 2023, in occasione dell’anniversario della marcia su Roma

Anche le frasi usate per l’inaugurazione della sede di Udine, la prima sede di proprietà acquistata dal movimento neofascista, al cui battesimo è intervenuto anche Gianluca Iannone, sono davvero molto esplicite. Queste, riportate dai giornali, parlano del 28 ottobre, quindi della marcia su Roma che portò al potere Mussolini, “come punto di inizio di un radioso ventennio fatto di avanguardia e di sviluppo”24. Radioso ventennio: un ventennio fondato sul sangue, sulla guerra, sulla discriminazione e sul razzismo di stato e sull’oppressione sistematica delle opposizioni e delle minoranze. Questa eredità è accolta senza vergogna: le foto dell’inaugurazione di Udine, pubblicate dagli stessi militanti e anche sul canale Telegram di CasaPound Italia, mostrano tra le altre bandiere apposte anche quelle della Decima Mas e di Gladio25. Cioè le effigi di massacratori e stragisti conclamati.

L’inaugurazione della sede di CasaPound a Udine, tra le bandiere della Decima Mas e di Gladio

Perfino il Tribunale di Bari, a dicembre 2018, imponeva la chiusura della sede di CasaPound di quella città per “ricostituzione del partito fascista”, dopo che nel settembre precedente, al termine di una manifestazione di protesta contro Matteo Salvini, allora ministro agli Interni, tre persone furono aggredite da neofascisti armati di manganelli, partiti proprio dalla sede barese26. Sede dove, a seguito delle perquisizioni successive, vennero trovati busti di Mussolini, bandiere della Decina Mas e il Mein Kampf di Hitler.

Noti sono inoltre i rapporti con gruppi affini europei, come la formazione neonazista greca Alba Dorata27, i cui membri si sono resi responsabili a più riprese di omicidi mirati contro immigrati e antifascisti, fino a che la formazione non è stata messa fuori legge28. Recentissima è la notizia che, il primo novembre di quest’anno, una delegazione composta da una ventina di militanti, con a capo il presidente nazionale Gianluca Iannone e il portavoce Luca Marsella, consigliere uscente del X Municipio di Roma, è stata fermata all’atterraggio all’aeroporto di Atene dalla polizia ellenica e poi espulsa in Italia, dopo essersi recata nel paese con il proposito di partecipare ad una marcia paneuropea convocata a Neo Heraklion da formazioni neonaziste greche, come l’Hellenic Front29. Questo per commemorare due “camerati” di Alba Dorata uccisi nel 2013 come vendetta per l’assassinio del rapper antifascista Pavlov Fyssas, compiuto due mesi prima da membri del partito neonazista30. Le autorità greche avevano vietato la commemorazione del primo novembre e di tutte le contro-manifestazioni degli antifascisti. Per la cronaca, durante la marcia neofascista ci sono stati scontri nella stazione metro di Monastiraki, tra militanti di estrema destra e antifascisti, dopo un attacco organizzato da un gruppo di circa 30-40 neofascisti che prima ha picchiato dei migranti, poi ha tentato di dare alle fiamme un vagone con delle persone a bordo al grido “vi bruciamo tutti!” ed infine ha causato il ferimento di alcune persone31. Sono giunte critiche sull’operato della celere greca, con denunce di connivenza con gli aggressori fascisti, violenze nei confronti degli antifascisti radunati per la contro-marcia e utilizzo di gas lacrimogeni nella metropolitana32, mentre nelle serate precedenti, durante un grande concerto antifascista tenuto proprio a Neo Heraklion, convocato per protesta contro la marcia dei neonazi, le violenze della polizia si sono spinte fino quasi a provocare la morte di una manifestante antifascista di 16 anni33 ed altri quattro antifascisti, appartenenti al gruppo anarchico Ruviconas, venivano arrestati per scontri con fascisti34.
In Italia, i membri di CasaPound lo stesso primo novembre hanno affisso decine di manifesti e striscioni in diverse città per celebrare i due “martiri” di Alba Dorata. Uno di questi striscioni è stato affisso dai neofascisti cesenati sul ponte adiacente l’Ipercoop Lungo Savio di via Jemolo.

Lo striscione apposto il primo novembre 2023 dai militanti cesenati di CasaPound sul ponte adiacente alla Coop Lungo Savio, che ricorda i due neonazisti di Alba Dorata

Ma CasaPound non è solo neofascista, è anche razzista. Il 7 ottobre alcuni suoi delegati, come si evince da un post e da una foto pubblicate il 10 ottobre sul canale Telegram ufficiale dell’organizzazione, hanno partecipato al primo convegno europeo “Gerd Honsik” tenuto nella città di Sopron, in Ungheria, al confine con l’Austria, dove il movimento italiano ha annodato i rapporti con gruppi identitari europei sulla base del comune sostegno a Kiev nella guerra contro la Russia, sulla promozione di sentimenti anti-immigrati e sulla difesa della “purezza europea” e delle sue tradizioni35. Tra i partecipanti e gli organizzatori del convegno, troviamo un gruppo di neonazisti austriaci e tedeschi ed il partito scandinavo Nordiska Motstandsrorelsen (Movimento di resistenza nordica). I neonazisti presenti hanno anche realizzato una marcia fino all’ex casa del negazionista dell’olocausto Honsik a Sopron. A questo punto bisogna segnalare che l’austriaco Gerd Honsik, condannato per negazionismo in Austria e per questo residente nell’Ungheria di Orban, dove è morto nel 2017, è l’inventore della bufala del cosiddetto “piano Kalergi”, una fantasia di complotto che immagina che esista una regia occulta, ovviamente ebraica, che incentiva l’immigrazione verso l’Europa di popolazioni non bianche (africane e asiatiche) per rimpiazzarne le popolazioni36.

Pregna di quest’ideologia razzista, CasaPound organizza sul territorio iniziative volte a contrastare la “sostituzione etnica” degli italiani da parte degli immigrati che fuggono da guerre, miseria e persecuzioni, di cui spesso i paesi occidentali sono direttamente o indirettamente responsabili.
Sempre ad ottobre, infatti, l’organizzazione ha dato avvio alla campagna “Italy defend Europe, Europe defend Italy”, che si propone un “blocco navale” completo contro gli immigrati per impedire la “sostituzione dei popoli europei”37.
È chiaro che queste idee non rimangono confinate nella sfera delle sole opinioni.
Se facciamo una banale ricerca su internet, scopriamo che ci vuole poco per trovare una cospicua mole di informazioni che riguardano il collegamento tra CasaPound ed episodi chiaramente razzisti. Uno di questi si verificò per esempio il 6 dicembre 2022, quando una squadraccia a Verona aggredì con spranghe e manganelli i tifosi marocchini che festeggiavano la vittoria della loro squadra nazionale ai Mondiali del Quatar contro la Spagna. In quell’occasione vennero fermati 13 neofascisti, tutti di CasaPound.38

Ma gli episodi più più gravi, ricordiamolo, si conclusero con la morte di alcune persone immigrate, e stiamo parlando naturalmente della strage al mercato di Firenze del 2011, dove Gianluca Casseri sparò mortalmente a Samb Modou e Diop Mor39, e dell’uccisione a suon di pugni di Emmanuel Chidi Namdi avvenuta nel 2016 a Fermo da parte del picchiatore Amedeo Mancini40, dopo che quest’ultimo aveva apostrofato sua moglie “scimmia africana”.
Gianluca Casseri e Amedeo Mancini, naturalmente, erano entrambi militanti di CasaPound.

Il problema in Italia, oltre a non aver mai fatto davvero i conti col nostro passato coloniale e fascista, come si è detto tante volte, è che in qualche modo le istituzioni repubblicane possano pensare che i fascisti possano far comodo come contraltare da opporre ai movimenti di protesta.

Senza farci distrarre dalla retorica con cui si presentarono in origine i fascisti quando si affacciarono alla Storia, oggi imitata pedissequamente dai militanti dei gruppi neofascisti, sappiamo benissimo che l’epopea del fascismo è tutta una storia di persecuzioni e distruzioni a danno del movimento socialista nelle sue varie forme e delle organizzazioni del lavoratori. La funzione del fascismo è stata incontrovertibilmente, storicamente reazionaria! Oggi chi si rifà a quella storia non può che essere reazionario a sua volta. Ed è proprio questa funzione storica ad essere guardata con favore dalle istituzioni e dalle forze di polizia di questo paese.
Che fine ha fatto il proposito di scioglimento delle organizzazioni neofasciste, invocato da varie formazioni politiche istituzionali all’indomani dell’assalto alla sede centrale romana della CGIL, avvenuto il 9 ottobre 2021, da parte di un manipolo di manifestanti guidati dai dirigenti di Forza Nuova, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, e dall’ex NAR, Luigi Aronica41?

Si, Fiore, Castellino e Aronica si sono fatti qualche mese di galera e stanno aspettando di conoscere il giudizio finale del processo che li riguarda, dopo che l’accusa a metà ottobre ha chiesto 10 anni e sei mesi per ognuno di loro42. Ma il problema è politico, non riguarda la magistratura, se non come riflesso della politica stessa.
La Germania, che come l’Italia ha forti problemi di rigurgiti fascisti in seno alla società e all’interno dei suoi organi di polizia, nel settembre scorso ha messo al bando il gruppo Hammerskins Germany, sezione nazionale dell’Hammerskins Nation, fondata negli USA negli anni 8043, e l’organizzazione neonazista Artgemeinschaft, fondata nel 1951 da un ex membro delle SS44.

Spesso ci si chiede come mai in Italia non si riesca a fare una operazione simile, a fronte della documentazione che attesta una interminabile successione di violenze, aggressioni, atti di razzismo, propaganda fascista, etc…, che coinvolgono le principali organizzazioni neofasciste italiane.

Eppure è chiaro! Quello che emerge platealmente è che non vi è stata mai volontà politica in nessuno dei governi che si sono avvicendati alla guida del paese. Non è un problema solamente di connivenza della destra istituzionale con questi rigurgiti. Nemmeno la sinistra al governo ha voluto mai davvero sciogliere le formazioni neofasciste. Questo è il motivo per cui è pressoché inutile appellarsi alle “istituzioni democratiche” poiché sciolgano questi gruppi. Non lo faranno mai, perché li considerano appunto funzionali ad una funzione storica, quella della contro-rivoluzione. Questi gruppi servono cioè a tenere a bada e distrarre i movimenti di contestazione dell’esistente, limitandone la carica sovversiva laddove li costringono a reindirizzarsi verso una mera azione di difesa antifascista delle istituzioni democratiche. Servono cioè a far dimenticare i problemi causati dagli stessi governi: caro prezzi, impoverimento, mancanza di alloggi, sfruttamento lavorativo. L’antifascismo spurio, annacquato e debole, che invoca misure di polizia e scioglimenti impossibili, e che prestando il fianco a questo giochetto finisce per sostenere l’odierna democrazia liberale in modo spesso acritico, è quanto di meglio esista per la preservazione dei gruppi neofascisti, che in questo modo possono ergersi a vittime del sistema, lamentandosi di un non meglio precisato “pensiero unico” e di una inesistente “censura ideologica”. In questo i neofascisti sono molto bravi: sanno benissimo atteggiarsi a vittime quando gli conviene. Il vittimismo, anzi, fa parte del loro bagaglio ideologico.

Ma queste “vittime” si addestrano però a diventare bravi squadristi.

Su You Tube si può trovare il video di uno dei tanti campi paramilitari di addestramento che CasaPound ha messo in piedi negli anni. Si tratta di un campo organizzato dalla sezione di Pordenone del circolo “La Fornace” su un terreno in Comune di Maniago (PN), di proprietà di un militante. Il video mostra i militanti strisciare sotto reticolati di finto filo spinato ed esercitarsi nello scontro corpo a corpo, nel lancio di coltelli, asce, lance e nel tiro con balestra ed arco. Il tutto su sagome umane45.

Si può pensare che queste siano ridicolaggini messe in piedi da esaltati.
Ma questi addestramenti servono per potersi confrontare in strada e nelle piazze contro i “nemici”: antifascisti, immigrati, militanti Lgbtqi+, etc… A tal proposito, c’è una notizia che interessa indirettamente il nostro territorio, quello romagnolo. Quando, per un’aggressione ai danni di alcune persone che stavano affiggendo dei volantini antifascisti, avvenuta nel quartiere veronetta nella città di Verona il 2 dicembre 2020, undici persone vennero indagate nel marzo successivo per i reati di rissa e di porto di oggetti atti ad offendere e fu perquisita la sede cittadina di CasaPound, “Il Mastino”46. Risultò che tra queste persone, tutte armate di mazze, spranghe e bastoni, uno era proprio un cesenate, tuttora militante del gruppo che ha aperto la sede in Piazza Amendola, allora coordinatore provinciale di Blocco Studentesco a Cesena47. Il cesenate, Luca Marinelli, era stato in quel frangente l’unico ad essere arrestato sul posto dopo l’aggressione (il suo avvocato in questa causa, non troppo stranamente, è l’avvocato di Cesena Riccardo Luzi, avvezzo a difendere gli esponenti della galassia neofascista cittadina).
Quello di Verona non è il primo caso di violenze commesse da esponenti o simpatizzanti romagnoli di CasaPound. Tra i casi resi noti a livello mediatico, segnaliamo infatti l’accoltellamento di un ragazzo da parte di un giovane simpatizzante del movimento, avvenuto nel 2021 a una festa di Halloween nell’imolese. Durante la perquisizione dell’abitazione del giovane neofascista a Massa Lombarda (RA) erano saltati fuori coltelli, stemmi di CasaPound e bandiere naziste48. In questo caso l’accoltellatore non solo aveva accoltellato alla coscia il ragazzo per futili motivi, perché lo avrebbe guardato storto, ferendolo per fortuna in modo non grave, ma secondo i testimoni presenti aveva anche cercato di mirare al collo. Dunque, si tratta solo di una pura casualità se un’altra vittima non è andata ad aggiungersi al conto degli omicidi commessi da appartenenti o simpatizzanti di questo movimento.

Come si può capire, il fatto di avere sul territorio un centro di aggregazione di simili soggetti, non può far piacere a nessuno, tranne forse a quegli affaristi che guadagnano sull’affitto dei propri spazi concessi a questi gruppi. Se a Cesena in questi anni non abbiamo assistito ad aggressioni e ad atti clamorosi, è anche per la risposta data quando fu aperta la sede di via Albertini, e ancor prima quando fu aperta la primissima sede di CasaPound a Forlì nel 2014, anche questa chiusa dopo poco tempo. In Romagna i neofascisti hanno sempre avuto la vita difficile. A Cesena un numero impressionante di iniziative antifasciste sono state organizzate sul territorio, coinvolgendo tantissime persone che appunto non avevano piacere di avere un covo fascista nel cuore della loro città49. Per l’opposizione all’apertura del covo cesenate di via Albertini, quattro persone si ritrovano ancora oggi a dover affrontare un lungo iter processuale, con richiesta di risarcimenti considerevoli da parte del proprietario che affittò allora i locali alle brave personcine di CasaPound. Un processo che in primo grado ha visto la condanna degli antifascisti50 e che dovrà ora arrivare alla sentenza di appello.
Sappiamo che, a Cesena, CasaPound può contare sui soldi dei fratelli Barzanti, che dunque i soldi non sono un loro problema. Ma negli anni abbiamo visto diversi covi fascisti chiudere i battenti e movimenti che si credevano solidi, come ad esempio Forza Nuova, disintegrarsi o spezzettarsi per dissidi interni o politici51. Crediamo che questo nuovo covo non farà eccezione.
Ma non si può attendere solamente. Pertanto invitiamo tutte le compagne e i compagni a vigilare e mantenere alta l’attenzione. Solo l’antifascismo diretto, non delegato agli organi istituzionali, non annacquato dalla politica dei compromessi democratici è riuscito ad ostacolare in tutti questi anni i piani dei gruppi neofascisti in Romagna.

NOTE ALL’ARTICOLO

1 Curioso che l’unico giornale di Cesena a darne notizia sia stato il Corriere Cesenate, organo della Diocesi.
Qui è riportato l’articolo: https://www.corrierecesenate.it/Cesena/CasaPound-apre-la-sua-sede-in-centro-storico

6 Post del 30 ottobre 2023

7 Il Resto del Carlino ha pubblicato un breve video sul corteo dei nostalgici: https://www.ilrestodelcarlino.it/forli/cronaca/marcia-su-roma-predappio-mussolini-uuwhi96v

12 Una proposta di legge, denominata “Un cuore che batte”, presentata in Cassazione e sostenuta tra gli altri da Associazione Pro Vita e Famiglia, Militia Christi, Generazione Voglio Vivere, Movimento Nazionale Rete Dei Patrioti, Tradizione Famiglia Proprietà ed altre associazioni catto-fasciste e pro-life, vorrebbe per esempio ottenere l’obbligo per i medici di mostrare il feto tramite esami strumentali e far ascoltare il battito cardiaco dello stesso alla donna che decide di abortire, suscitandone il senso di colpa. Molti politici e sindaci di centro-destra hanno fatto propria questa proposta. In Romagna una delle associazioni che maggiormente si sono spese per la raccolta di firme da depositare in parlamento (il termine ultimo per la presentazione è il 7 novembre) è il Popolo della Famiglia. A Forlì, città governata da una giunta di centro-destra, l’amministrazione comunale ha concesso l’uso dell’ufficio URP di Piazza Saffi, nella Sala XC Pacifici, per raccogliere le firme necessarie.
Vedi al link: https://www.forlitoday.it/politica/un-cuore-che-batte-il-popolo-della-famiglia-sostiene-la-proposta-di-legge-si-puo-firmare-anche-a-forli.html

25 Canale Telegram “CasaPound Italia ufficiale”, post del 29 ottobre 2023