[Cesena] Finto funerale durante un’unione civile: 12 di Forza Nuova condannati

Il finto funerale di FN. In primo piano, in stile “matrix” il dirigente riminese Mirco Ottaviani

16 Dicembre 2020

Dodici aderenti a Forza Nuova sono stati condannati in primo grado per diffamazione questa mattina in tribunale a Forlì dopo che il 5 febbraio 2017, durante la celebrazione di un’unione civile, avevano inscenato un funerale nella piazza municipale di Cesena, divulgando messaggi ritenuti denigratori nei confronti della coppia e di tutta la comunità Lgbtq.

Ricordiamo i loro nomi: a capitanare la squadra è stato Mirco Ottaviani, 31 anni. Seguito da Roberto Lo Giudice (43); Andrea Barlocco (40); Sabrina Saccomanni (40); Simone Scarciello (27); Andrea Pio Loco, (47); Andrea Fabbri (35); Elvis Corazza (36); Claudio Pruni (56); Franco Galatei (63) e Desideria Raggi, 39 anni.

Tutti dovranno pagare una multa di 2000 euro. Il giudice ha escluso l’imputazione di istigazione e propaganda all’odio così come richiesto dalla Procura. I condannati, che avevano sfilato di fronte agli uniti civilmente e ai loro ospiti portando in spalla una bara con l’iscrizione ‘Matrimoni Gay funerale d’Italia’, avevano anche affisso manifesti funebri inneggianti alla “fine della civiltà, delle nostre tradizioni, della famiglia naturale, unico cardine della nostra società e dei diritti dei bambini a crescere con una mamma ed un papà”.

Nel procedimento si sono costituti parte civile il Comune di Cesena, l’Arcigay di Rimini e l’associazione Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbt che dovranno essere risarciti di 1000 euro ciascuno. I condannati dovranno inoltre sostenere le spese processuali e risarcire con 5000 euro i due uomini uniti civilmente.

È una “vittoria agrodolce”, secondo Arcigay Rimini. Infatti, spiegano dall’associazione, “pur avendo l’ufficio del pubblico ministero seguito la linea in cui si accomuna la discriminazione omofobica al fenomeno ‘razzismo’, il Tribunale pare non sostenere questa interpretazione”.

Ovviamente, chiosano dall’Arcigay, “vedremo le motivazioni della sentenza, che pure è una sentenza di condanna che deve mettere in guardia chi in futuro vorrà pensare di compiere altri atti omofobici”, tuttavia l’associazione non nasconde che “è molto demoralizzante vivere in un Paese dove spesso, nelle nostre vite di persone Lgbt, è impossibile avere giustizia per dei palesi soprusi come quelli avvenuti a Cesena. Due persone non possono celebrare la loro unione civile senza la paura di trovarsi contestazioni neofasciste davanti al Comune, una situazione allucinante e un vuoto normativo che gridano giustizia”.

Dunque, sintetizzano, la sentenza di oggi “rende ancora più evidente la profonda necessità di una legge contro le discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere”, una legge che “dica chiaramente che questi comportamenti fascisti sono intollerabili”. Da qui la richiesta che il Senato approvi rapidamente la legge che ha come primo firmatario l’onorevole Alessandro Zan.

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2020/12/16/news/cesena_inscenarono_un_funerale_durante_un_unione_civile_12_attivisti_di_forza_nuova_condannati-278606995/


Finto funerale durante una unione civile:
militanti di FN condannati a pagare oltre 30 mila euro

16 dicembre 2020

Lo ricorderete, il finto funerale inscenato da Forza Nuova a Cesena da un gruppo di militanti di Forza Nuova per protestare contro una unione civile che si stava celebrando in quel momento.
Oggi il Tribunale di Forlì ha condannato dieci militanti per diffamazione. Ognuno di loro dovrà versare 2000 euro come pena pecuniaria. Alla coppia è stato riconosciuto un risarcimento pari a 5000 euro, oltre alle spese legali.
Il finto funerale di Forza Nuova

Era il 5 febbraio del 2017 quando una coppia di uomini si univa civilmente nei locali del comune di Cesena.
Contemporaneamente, nella piazza municipale, alcuni aderenti a Forza Nuova mettevano in scena un finto funerale. “Matrimoni Gay funerale d’Italia” era la scritta apposta sulla bara portata a spalla. In giro per la città alcuni manifesti funebri recitavano: “fine della civiltà, delle nostre tradizioni, della famiglia naturale, unico cardine della nostra società e dei diritti dei bambini a crescere con una mamma ed un papà”.

La denuncia della coppia

I due uomini, però, decisero di sporgere denuncia contro gli attori di quella messa in scena. Oggi il tribunale ha dato loro ragione: quella è diffamazione.
Il giudice ha accolto le richieste dell’avv.ta Francesca Rupalti e dell’avv. Manuel Girola, entrambi soci di Avvocatura LGBTI- Rete Lenford e legali della coppia. Accolta anche la richiesta di risarcimento danni presentata dalla stessa Associazione come parte civile.

Una messa in scena carissima per Forza Nuova

A Rete Lenford i condannati risarciranno un danno di 1.000 euro oltre al pagamento delle spese di giudizio. Stessa cifra, per le stesse ragioni, è stata riconosciuta ad Arcigay Rimini, anch’essa parte civile nel processo.
Ognuna delle parti sarà risarcita anche delle spese legali pari a 1800 euro ciascuno.
In totale, la sceneggiata organizzata costerà ai militanti di Forza Nuova 29.800 euro più gli accessori di legge.

Miri: “Con la legge Zan conseguenze sarebbero state peggiori”

“Il caso portato davanti al Tribunale di Forlì avrebbe potuto sortire esiti ben più in linea con la gravità delle condotte contestate agli imputati, se la comunità LGBTIQ+ avesse goduto della tutela che il DDL Zan, oggi in attesa di essere calendarizzato per la sua discussione in Senato, intende apprestare – commenta il presidente di Rete Lenford, avv. Vincenzo Miri -. Il Pubblico Ministero, nel caso specifico, aveva inteso percorrere la via di un’interpretazione estensiva delle attuali norme che riguardano i crimini d’odio in ragione dei motivi razziali, etnici e religiosi. Ma il Tribunale non ha potuto seguirlo e ha ripiegato, quindi, su una condanna per un reato di minor impatto sociale quale è, per l’appunto, la diffamazione”.

Spiega Miri che si tratta di un “reato che tutela la reputazione individuale, ma non i diritti e la dignità della comunità LGBTIQ+ in quanto tale”. “Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford auspica, pertanto, che la legge contro l’omofobia e la transfobia venga approvata quanto prima”, conclude il presidente.

https://www.gaypost.it/finto-funerale-unione-civile-forza-nuova-pagare-30-mila-euro?fbclid=IwAR1I9DHZ-wku-pYvyGWEJWqHvZQ6icGEGQa68HnqcHOVrcoA9_vVjNuo6uk


Cesena, inscenò funerale contro le unioni gay: lavori sociali al cimitero 

Esponente di Forza Nuova condannato a ripulire la camera mortuaria

Claudio Pruni

17 febbraio 2020

BOLOGNA – Dal funerale inscenato per le vie del centro storico di Cesena in occasione della seconda unione civile, alla ripulitura della camera mortuaria del cimitero di Diegaro. Arriva la messa alla prova per l’esponente di Forza Nuova che insieme ad altri militanti di estrema destra il 5 febbraio 2017 aveva sfilato con tanto di bara in spalla per le vie di Cesena inscenando il “funerale d’Italia”.

Il tribunale di Forlì ha dunque tramutato la pena in lavori socialmente utili, tra i quali la tinteggiatura di alcuni fabbricati del cimitero urbano di Diegaro. L’imputato, giovedì scorso 13 febbraio, affiancato dal personale del Comune, ha effettuato alcuni lavori di tinteggiatura sulle pareti esterne della camera mortuaria del cimitero di Diegaro e su altre strutture per la durata di sei ore. Come riferito dai tecnici del comune, il 57enne ha eseguito i lavori come da accordi.

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2020/02/17/news/cesena_insceno_funerale_contro_le_unioni_civili_lavori_sociali_al_cimitero-248799291/


Il militante di Forza Nuova ha ritinteggiato i muri del cimitero di Diegaro e martedì andrà a fare servizio all’Arcigay di Rimini

 

Cesena, 19 febbraio 2020 – «Io sono qui per scontare la pena per quello che ho fatto, non per parlare con i giornalisti o farmi riprendere mentre lavoro… Ora chiamo la polizia”. E la sua pena Claudio Pruni, ex militante di Forza Nuova, l’ha effettivamente scontata ridipingendo ieri mattina le pareti degli uffici dell’Arcigay in via de Warthema a Rimini. Era la punizione concordata con i giudici per il gesto di cui si era macchiato nel febbraio del 2017, quando con altri militanti di Forza Nuova a Cesena mise in scena il finto funerale davanti al municipio per protestare contro l’unione civile di una coppia omosessuale.

Dopo aver ritinteggiato (la settimana scorsa) le pareti del cimitero di Diegaro, a Cesena, ieri il 58enne forlivese, che fa l’imbianchino di mestiere, alle 9 del mattino si è presentato al centro anti-discriminazione gestito da Arcigay per finire di scontare la sua pena, imbiancando le pareti dell’ufficio. Ma non sono mancati momenti di tensione, e l’imbianchino ha ritenuto di far intervenire la polizia.

Poche ore dopo il suo arrivo, intorno alle 12, il presidente di Arcigay Marco Tonti, il vice sindaco Gloria Lisi e l’avvocato Christian Guidi (legale dell’associazione) hanno incontrato la stampa. L’hanno fatto proprio negli uffici in via de Warthema, e Pruni non l’ha mandata giù. Alla vista di giornalisti, fotografi e cameramen ha cominciato a inveire e poi si è chiuso dentro una stanza. Nel frattempo sono arrivati alcuni agenti della Digos, che erano già nei paraggi per fare in modo che tutto filasse liscio.

In questo clima piuttosto teso, Tonti e la Lisi hanno voluto sottolineare comunque l’importanza della speciale punizione decisa per Pruni. “E’ un fatto altamente simbolico e significativo – osserva Tonti – che una persona che ha commesso un gesto di discriminazione, stia pagando il conto con la giustizia eseguendo lavori proprio nel centro anti-discriminazione gestito dall’Arcigay”. L’associazione si è costituita parte civile nel processo contro Pruni e gli altri imputati, e ha accettato di buon grado la pena concordato dall’imbianchino con i giudici. Ma né Tonti né la Lisi pensavano che l’imbianchino avrebbe reagito così male. E alla domanda se si sia effettivamente pentito del suo gesto, la Lisi abbozza: “Non sta a me giudicare. Mi auguro che lui non abbia chiesto la messa in prova e la pena alternativa solo per evitare il processo. Certo, il suo atteggiamento non è stato dei più concilianti. Spero che si sia ravveduto e abbia capito di aver fatto uno sbaglio”.

Non lo sapremo certamente dal diretto interessato, che ieri mattina, nuovamente avvicinato da un giornalista, si è spazientito e ha ripreso a inveire. Gli agenti di polizia, riportata la calma, hanno identificato tutti i giornalisti che si trovavano in quel momento presso la sede di Arcigay, tra lo stupore dei presenti. Solo dopo le 13 è ritornata la calma, e Pruni ha concluso il lavoro, lasciando finalmente gli uffici di via de Warthema verso le 15,30. Tonti gli ha offerto il pranzo, ma lui non ne ha voluto sapere. Voleva concludere il suo lavoro prima possibile, e lontano da curiosi e giornalisti. Avrebbe ammesso di aver sbagliato, nel 2017, a sfilare a Cesena al finto funerale contro la coppia omosessuale. Ma non ha voluto parlarne personalmente. “Sono qui solo per scontare la pena”.

https://www.ilrestodelcarlino.it/cesena/cronaca/condannato-omofobia-1.5036682