di Saverio Ferrari (*)
Forza nuova, nata nel settembre 1997, è tra le più vecchie fra le formazioni neofasciste post-missine. Di stampo integralista cattolico, si ispira senza infingimenti, da sempre, alla Guardia di ferro rumena fondata da Corneliu Zelea Codreanu, uno dei più sanguinari movimenti antisemiti che l’Europa abbia mai conosciuto. Attiva negli anni Trenta e Quaranta, la Guardia di ferro arrivò a collaborare con i nazisti e praticare l’azione terroristica su larga scala. I “legionari” (così si facevano chiamare) della Guardia di ferro furono soprattutto protagonisti di spaventosi pogrom antiebraici, tra gli altri quello di Bucarest del 22 gennaio 1941. Un atto bestiale: i legionari irruppero nel quartiere ebraico, incendiando le sinagoghe, devastando e distruggendo. Al macello comunale vennero radunati centinaia di ebrei. Dopo aver simulato una cerimonia kosher molti di loro vennero trascinati al mattatoio, sgozzati e appesi ai ganci, come carcasse di animali, con la scritta al collo «carne ebrea». «Li avevano scorticati vivi, a giudicare dalla quantità di sangue», riferì in un suo telegramma l’ambasciatore degli Stati Uniti in Romania, menzionando tra i corpi anche una bambina di meno di cinque anni, appesa per i piedi. Altri, disse, erano stati decapitati. Per un raggio di diversi chilometri si rinvennero i corpi degli ebrei assassinati dalla furia della Guardia di ferro. Più di un centinaio di essi furono ritrovati nudi il 24 gennaio a Banasea, sulla linea tra Bucarest e Ploiesti, altri ottanta sulla strada per Giurgiu. Un bilancio finale non si riuscì mai a stilarlo. Le fonti più attendibili parlarono di 630 morti e 400 scomparsi.
Costituita da Roberto Fiore (già promotore alla fine degli anni Settanta di Terza posizione) e da Massimo Morsello (prima nella sezione del Fuan di via Siena a Roma, poi nei Nar), ambedue fuggiti a Londra nel 1980 (inseguiti da mandati di cattura per associazione sovversiva e banda armata e successivamente condannati rispettivamente a cinque anni e sei mesi e a otto anni e due mesi), Forza nuova è stata più volte oggetto di attenzioni da parte della magistratura. Moltissimi sono stati gli episodi che hanno visto militanti e dirigenti di Fn, o che vi avevano fatto parte, condannati per aggressioni violente. L’elenco sarebbe lunghissimo. Ma riguardo la natura di questa organizzazione, di particolare rilevanza sono stati due pronunciamenti della Cassazione: il primo, dell’8 giugno 2010, con sentenza avversa a una denuncia di Roberto Fiore, ritenne «pienamente giustificato l’uso delle espressioni» «nazifascisti» e «neofascisti» nei confronti di Forza nuova. Il secondo, del 10 febbraio 2011 (sentenza 4938 della Quinta sezione penale), assolveva dall’accusa di diffamazione il direttore e un giornalista del «Corriere della Sera», denunciati anche in questo caso da Roberto Fiore, per l’intervista a un politico che definiva l’organizzazione «chiaramente fascista» e «portatrice di valori quali la xenofobia, il razzismo, la violenza e l’antisemitismo». Il testo della sentenza affermava che «alla luce dei dati storici e dell’assetto normativo vigente durante il ventennio fascista, segnatamente delle leggi razziali», la qualità di fascista «non può essere depurata dalla qualità di razzista e ritenersi incontaminata dall’accostamento al nazismo».
Forza nuova, dopo aver subito nel maggio 2020 una grossa scissione che ha dato vita alla Rete dei Patrioti e prosciugato molte sezioni territoriali, si è infiltrata come scelta strategica nei movimenti No Vax e No Green Pass, radicalizzando paroled’ordine soprattutto contro la “Dittatura sanitaria”. La lotta con CasaPound per l’egemonia nella galassia neofascista la sta spingendo sempre più verso derive violente. L’assalto alla Cgil è un punto di arrivo, volto a segnare con un inconfondibile marchio fascista la propria azione.
(*) ripreso dalla pagina facebook dell’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre