[Forlì] Bodycam e Taser alla polizia, le tecnologie al servizio della repressione

Nuove armi e tecnologie in dotazione alle forze del (dis)ordine. A gennaio i giornali locali, riprendendo l’annuncio in pompa magna dato dal sindacato di Polizia Siulp, hanno fornito la notizia che, entro febbraio i poliziotti delle Volanti della Questura di Forlì e del Commissariato di Cesena (circa 260 poliziotti operativi in provincia di cui 80 quelli di Cesena) saranno dotati del Taser, la pistola che immobilizza con impulsi elettrici, e della Bodycam indossabile sulla divisa di servizio.

Il sindacalista del Siulp intervistato sui giornali ha inoltre voluto precisare che: “A breve, il taser verrà inoltre integrato con una bodycam, che si attiverà in contemporanea con l’accensione della pistola ad impulsi elettrici, così da riprendere ogni fase di utilizzo”, augurandosi infine che il taser possa venire distribuito anche alle altre polizie presenti sul territorio (Stradale, Locale, Polizia di Frontiera, Polfer).
Lo stesso ha riferito che la polizia sta attendendo “anche l’attivazione del progetto Mercurio Extended, un sistema di connettività multimediale installato sulle auto adibite ai servizi di controllo del territorio, che permetterà di riprendere le attività di polizia ritenute rilevanti, individuare auto rubate o segnalate, oltre ad effettuare in modo più veloce verifiche sulle banche dati a disposizione delle forze di polizia, attraverso un tablet” .

Intanto anche il Comune di Forlì, dopo quello di Ravenna (Comune primo in Italia a dotare del Taser 16 dei suoi poliziotti municipali) pensa di introdurre Taser e Bodycam, in questo caso per la polizia municipale. La Lega e Fratelli d’Italia, partiti che sostengono il sindaco Gian Luca Zattini, ne han sempre sostenuto l’uso. Soprattutto per Fratelli d’Italia, Bodycam e Taser sono da sempre un cavallo di battaglia a Forlì (dove tra i seguaci della Meloni compare come consigliere quel Francesco Lasaponara che tempo fa, allora interno alla Lega, augurò ai partigiani di ammalarsi e morire di covid).
A proposito delle Bodycam, Daniele Mezzacapo, della Lega, assessore alla sicurezza del Comune, ha fatto sapere che “il vigile sarà collegato al sistema di videosorveglianza che condividiamo con Polizia e carabinieri, e presto anche con la Polstrada” (…), “Le immagini restano registrate per 7 giorni e possono essere utilizzate ai fini d’indagine. Ma con le nuove tecnologie potremo fare molto di più. C’è una app che si chiama Falco ed è stata creata dai nostri uffici: tutto made in Forlì. È già scaricabile su Android, attendiamo che lo sia anche sulla piattaforma Apple e poi partiremo, mi auguro prestissimo, con una campagna pubblicitaria per spiegare come funziona. Se mi sento in una situazione di pericolo, schiaccio un pulsante dell’app e lancio un sos geolocalizzato direttamente alla centrale. Se sono in una zona coperta da videosorveglianza, l’operatore mi può vedere e chiamare una pattuglia. In ogni caso, può rintracciarmi col Gps. E addirittura l’app può indicarmi come raggiungere la mia destinazione passando attraverso zone videosorvegliate”.

Insomma, con la solita scusante della “sicurezza” si introducono strumenti di repressione e controllo quali Taser, Body cam e app di sorveglianza.

Due parole occorre spenderle in maniera più approfondita, però, riguardo al Taser (acronimo che sta per “Thomas A Swifts Eletronic Rifle” ossia “il fucile elettronico di Thomas” che era il protagonista di un fumetto di fantascienza).
Questo genera scosse capaci di stordire ed immobilizzare una persona.
In particolare, dalla pistola partono due piccoli dardi attaccati a un filo che trasmettono una scarica elettrica ad alta tensione non appena entrano in contatto con il corpo, provocando la contrazione muscolare nella zona in cui si viene colpiti.
Non è necessario che il Taser sfiori il corpo della vittima, potendo funzionare anche a una distanza di 10 metri.

L’introduzione dell’utilizzo del Taser nell’ordinamento italiano è avvenuta ad opera della legge 1 dicembre 2018, n. 132 (primo governo Conte, con Matteo Salvini ministro dell’Interno) ed a seguito di un periodo di prova sperimentale, iniziato a settembre dello stesso anno (a titolo di informazione, nella Repubblica di San Marino il Taser viene usato invece saltuariamente già da una decina d’anni).
La sperimentazione italiana, incominciata nel 2018, è terminata nel 2019 (aveva coinvolto le forze della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di 12 città italiane) e nel gennaio 2020, dopo che il Consiglio dei Ministri (secondo governo Conte) ha approvato un regolamento che ha aggiunto il Taser alla lista delle armi in dotazione alle forze dell’ordine, il ministero dell’Interno Luciana Lamorgese ha fatto un bando pubblico per individuare il fornitore di 4.500 armi (8,5 milioni di euro la base d’asta).
Inutile dire che la maggior parte dei produttori di queste armi sono americani. Infatti la ditta che nel luglio 2021 si è aggiudicata il bando italiano per la fornitura alle forze del (dis)ordine e che produce il Taser in regime di quasi monopolio (ne ha anche registrato il marchio) è americana e si chiama AXON, leader globale nelle dotazioni tecnologiche per le fdo. AXON è tra l’altro la società che ha approntato il corso di formazione per i 16 vigili di Ravenna ed è la stessa che fornisce le Bodycam indossabili (videocamere agganciate all’uniforme, che registrano video in alta definizione con un campo visivo di 143 gradi e più di 12 ore di autonomia).

Indicata solitamente come un’arma “non letale” in realtà il Taser è un’arma vera e propria, che ha provocato in paesi come il Canada o gli USA (paesi dove è usata già da tempo dalla polizia) lesioni gravissime e più di mille morti, soprattutto in soggetti con problemi respiratori, trattati con psicofarmaci o con patologie cardiache (ma non solo). Uccisioni si sono registrate per scariche elettriche simultanee o per scariche ripetute sulla stessa persona, spesso dopo una chiamata a un numero di emergenza. Inoltre nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate.
Un dato che ha fatto sì che, nel suo modo sempre molto ambiguo, addirittura Amnesty denunciasse come tale apparecchio non possa sicuramente essere classificato come un’arma “non letale”. Tanto che a livello legale in Italia l’uso del Taser per i privati è vietato se non in possesso del porto d’armi, proprio perché equiparato a un’arma.
In più è accertato che non sono pochi i casi nei paesi in cui è già in uso il Taser, in cui risulta impiegato anche nei confronti di persone vulnerabili o che non rappresentano una minaccia. Insomma il fatto di essere indicata come arma “non letale” invoglia i poliziotti non solo ad usarla ma ad abusarne in qualsiasi situazione (pensiamo solo nel caso dei Trattamenti Sanitari Obbligatori).
Non parliamo solo del caso degli Stati Uniti, naturalmente. Una sperimentazione svolta in Olanda nel 2017, per esempio, ha rivelato come in circa la metà dei casi, le persone siano state colpite dalla pistola Taser quando erano già ammanettate, dentro un veicolo o una cella di polizia e in celle singole negli ospedali psichiatrici, in ogni caso senza che il loro comportamento costituisse una minaccia per nessuno.
Il Taser è una minaccia reale alla vita e alla libertà delle persone.

FONTI:
https://www.corriereromagna.it/arriva-il-taser-per-la-polizia-di-forli-cesena-a-breve-sara-integrato-con-una-bodycam-per-le-riprese/
https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/taser-1.5241345
https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/mezzacapo-nuovi-vigili-urbani-e-pi%C3%B9-giovani-app-e-videosorveglianza-per-lanciare-sos/ar-AAT2W9Q
https://www.ravennaedintorni.it/cronaca/2020/06/19/polizia-locale-ravenna-prima-italia-pronta-usare-pistola-taser/
https://www.ravennaedintorni.it/cronaca/2020/06/11/206385/
https://www.ravennaedintorni.it/cronaca/2019/02/07/polizia-municipale-ravenna-10-videocamere-indossabili/
https://www.internazionale.it/reportage/2018/09/13/taser
https://www.amnesty.it/introduzione-via-definitiva-pistole-taser/