Archivi tag: striscioni

[Forlì] Gaza. Contro il genocidio in corso striscioni e volantini in scuole e università

Riceviamo e naturalmente pubblichiamo.

Oggi, 15 gennaio, effettuato volantinaggio solidale con la popolazione palestinese, contro il genocidio portato avanti in maniera deliberata da Israele a Gaza e contro le guerre degli Stati. Distribuite molte copie del volantino “L’inferno è dei viventi” (che alleghiamo) sia al campus universitario che in alcune scuole superiori di Forlì. Con noi anche un piccolo ma utile banchetto su ruote, con materiale informativo sia sulla questione israelo-palestinese, che sulle azioni di solidarietà avvenute in tutto il mondo, senza dimenticare le responsabilità delle aziende che fanno affari con lo Stato d’Israele e con la vendita di armi, comprese quelle europee e italiane, aziende che alimentano incessantemente le guerre per la propria bramosia di profitto. Nel mentre, all’entrata dell’università, sono comparsi due striscioni che denunciavano il genocidio in corso e le complicità degli Stati e delle istituzioni occidentali.

– Alcunx anarchicx e libertarx dalla romagna
– Equal Rights Forlì

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[Forlì-Cesena] Maschilismo e patriarcato di Casapound

Di seguito una breve analisi a partire dalle ultime azioni del noto movimento neofascista in provincia di  Forlì-Cesena, che si sono prodotte non solo in ambito romagnolo visto che le azioni si inseriscono in una strategia nazionale, tesa ad inserirsi in maniera vomitevole nel dibattito sul patriarcato sviluppatosi dopo l’ennesimo femminicidio, quello di Giulia Cecchettin.

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[Cesena] Casapound senza vergogna affigge striscione antifemminista su uccisione di Giulia Cecchettin

Casapound senza vergogna a Cesena affigge striscione anti-femminista a proposito dell’uccisione di Giulia Cecchettin da parte di Filippo Turetta.
Il testo del vomitevole striscione, apposto questo 24 novembre sul cavalcavia adiacente al centro commerciale Coop Lungo Savio, ed anche in diverse città italiane, è:
“ma quale patriarcato, questo è il vostro uomo rieducato”

I fasci, che a Cesena hanno recentemente aperto una nuova sede in Piazza Giovanni Amendola 9, negano l’esistenza del patriarcato, e il fatto stesso che esista un problema profondo di cultura maschilista in Italia, addirittura riconducendo questo femminicidio, uno dei purtroppo tantissimi che avvengono ogni anno in questo paese, allo “svirilimento” del maschio italiano da parte delle teorie femministe, per cui il “maschio” corrotto da questa “decostruzione sociale e di genere”, persi i tradizionali ruoli patriarcali e cioè “i fondamentali e complementari ruoli di Uomo e Donna”, diventerebbe “imbelle” e “senza virilità”, non più in grado di gestire i rapporti con l’altro sesso. Una reazione, il femminicidio, quindi addirittura in qualche modo giustificato dai fascisti.

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[Borghi] Striscione e manifesti contro la decisione del Comune di intitolare un parco al fascista Ivo Oliveti

Riceviamo e pubblichiamo.

« Un paio di sere fa, come ottimo proposito per il nuovo anno,  alcun* antifascist* disgustat* dall’intenzione dell’amministrazione del Comune di Borghi (FC) di intitolare un parco pubblico al fascista Ivo Oliveti dopo l’approvazione di una apposita delibera comunale, si sono recat* nel paese posto sulle colline dell’appennino cesenate.
Qui è stato lasciato uno striscione sulle mura alle porte del paese, recante la scritta “Ivo Oliveti fascista assassino”. Continua la lettura di [Borghi] Striscione e manifesti contro la decisione del Comune di intitolare un parco al fascista Ivo Oliveti

Forlì: striscioni contro il carcere in solidarietà alle anarchiche e agli anarchici sotto processo

Il carcere è un mostro che divora carne umana! Dal web impariamo del posizionamento in alcuni punti di Forlì di striscioni anticarcerari.

Da Inferno Urbano

Riceviamo e pubblichiamo:

Per le settimane del 9-24 novembre in solidarietà alle anarchiche e anarchici prigionier* e alle decine e decine sotto processo per le diverse operazioni repressive in Italia, come piccolo contributo sono stati lasciati diversi striscioni in diversi punti della città di Forlì: sulla tangenziale, su cavalcavia e in strade densamente trafficate e anche davanti alla sede universitaria.

Queste le scritte:
– “Contro il virus del carcere, Solidarietà e rivolta”
– “Solidali con chi lotta in carcere”
– “Libertà per i/le compagn* in prigione”
– “Solidali con i/le compagn* in carcere, libertà per tutt*”

Firmate con la A cerchiata.

Un pensiero va anche alle detenute e ai detenuti dietro le sbarre, che di fronte al dilagare del covid nelle carceri rischiano la salute e la vita.

Individualità anarchiche nemiche di ogni prigione.

Striscioni solidali con i detenuti sulle mura del carcere di Forlì

Striscioni solidali con i detenuti sulle mura del carcere di Forlì con “scritte sovversive” secondo il parere dei carabinieri del NOR:
nove denunce a compagne e compagni per “manifestazione non preavvisata”.

Dal Resto del Carlino:

“I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile hanno denunciato venerdì a piede libero nove persone per violazione all’articolo 18 del Tulps. Il provvedimento fa seguito ad una manifestazione svolta in un luogo pubblico senza dare avviso al questore e alla presenza di alcuni striscioni di stoffa attaccati sulle mura del carcere recanti “scritte sovversive””.

A queste nove persone naturalmente tutta la nostra solidarietà!

Solidarietà ai compagnx e alle compagne anarchiche bolognesi colpitx dalla repressione.

Fonte: Rete Bolognese Anticarceraria

Continuano ad arrivare contributi in solidarietà ai compagnx e alle compagne anarchiche colpitx dalla repressione.

Riceviamo e diffondiamo!

Un saluto solidale dalla Romagna alle compagne e ai compagni perquisite/i ed arrestate/i nella notte del 13 maggio 2020 e allo spazio anarchico di documentazione “il Tribolo” di Bologna, perquisito da Ros e carabinieri durante l’ennesima operazione anti-anarchica – l’inchiesta “ritrovo” firmata dal Pm Dambruoso.
La montatura (anche mediatica) della procura bolognese ha posto sotto custodia cautelare 12 persone: in 7 sono ora in carcere ed in 5 con l’obbligo di dimora a Bologna con rientro notturno, di cui 4 anche con l’obbligo di firma una volta al giorno.
Alle compagne e ai compagni viene contestata l’ “associazione sovversiva” (il famigerato articolo 270bis) per l’incendio di un’antenna ma soprattutto per le lotte portate avanti negli ultimi mesi di emergenza Covid19. Infatti, l’intero castello giudiziario è talmente chiaro e spudorato che le carte della procura di Bologna parlano da sole: “l’intervento [..] assume una strategica valenza preventiva volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturiti dalla particolare descritta situazione emergenziale possano insediarsi altri momenti di più generale campagna di lotta antistato oggetto del citato programma criminoso di matrice anarchica”.
La procura di Bologna, per farla breve, ha voluto compiere con questo atto veri e propri arresti preventivi – per sua stessa ammissione! – contestando alle compagne e ai compagni momenti di lotta come il sostegno attivo alle proteste e alle rivendicazioni dei detenuti o la concreta opposizione all’incarceramento amministrativo delle persone immigrate all’interno di quei lager che sono i Cpr.
Le carte lo attestano chiaramente: “Le evidenze raccolte in questo ultimo periodo, caratterizzato dalle misure di contrasto all’emergenza epidemiologica del Covid-19, hanno evidenziato l’impegno degli appartenenti al sodalizio (…) ad offrire il proprio diretto sostegno alla campagna “anti-carceraria”, accertando la loro partecipazione ai momenti di protesta concretizzatisi in questo centro”.
Dunque ad essere messa sotto accusa è, come accaduto altre volte, la solidarietà nei confronti delle persone recluse, impegnate in dure rivolte per il rispetto di diritti seppur minimi; rivolte che sono costate 14 morti ammazzati dallo Stato ed altri detenuti uccisi dal virus. Uno Stato assassino che ancora oggi invece di aprire le porte delle sue infami galere (come hanno fatto perfino paesi considerati dispotici come l’Iran) lascia che il contagio si diffonda all’interno di queste, pronto a sacrificare la vita dei detenuti sull’altare del dio della sicurezza mentre, è ovvio, la sicurezza di non ammalarsi in galera non interessa.
La paura dello Stato e dei suoi lustrascarpe è anche che proteste, rivolte, lotte diventino lo spettro che si aggirerà sui territori quando il post-emergenza sanitaria si trasformerà in emergenza economica. Oggi banche, imprenditori e padroni – anche i più schifosi capitalisti come FCA (ex Fiat) – hanno già incominciato a battere cassa ma la coperta per rimboccare i ricchi lascerà scoperti per l’ennesima volta i meno garantiti, le classi sociali più esposte ad ogni “crisi”, le vite precarie, i poveri e gli sfruttati. Per questo hanno già intrapreso il giro di vite a cominciare dagli anarchici, che da sempre sono i più fastidiosi per chi detiene il potere, per poi continuare contro chiunque è attivo nelle lotte reali: dai lavoratori organizzati che scioperano a chi reclama il salario non corrisposto (vedi le misure cautelari contro gli attivisti bolognesi della campagna “il padrone di merda”); da chi occupa le case sfitte a chi è attivo nello sciopero degli affitti; fino a mandare l’esercito contro chi scende in strada sfidando le restrizioni assurde che continuano a rimanere in piedi mentre tutto il comparto produttivo ed economico è aperto.
Sul banco degli imputati allora non ci sono solo quelle 12 persone ma chiunque, a suo modo, lotta contro questo mondo e il suo modello di organizzazione sociale, politica ed economica.
Se questo significa essere etichettati come sovversivi, ebbene accettiamolo di buon grado: sì, vogliamo sovvertire questo mondo, basato su continue ingiustizie! Vogliamo spezzare sbarre e catene e vogliamo anche che non ci siano più galere e persone chiuse a chiave! Vogliamo non ci siano più né ricchi e nemmeno persone povere! Vogliamo porre fine all’organizzazione capitalista e al dominio dell’autorità sulle nostre vite, sui nostri corpi e sui nostri desideri.
Eccola qua, il vostro “programma criminoso”!

Un caldo abbraccio alle persone arrestate e a quelle con l’obbligo di dimora.

Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio,
Martino, Otta, Angelo, Emma, Tommi liber* subito!!!

Alcuni solidali dalla romagna.

[Nelle foto, striscione di solidarietà apposto su un cavalcavia della tangenziale di Forlì]

[Cesena] Sorpresa!

Ieri l’altro Cesena, come altre città italiane, si sarebbe dovuta risvegliare con l’insulso striscione «ONORE AL LEONE DELL’EUFRATE ISSAM ZAHREDDINE» firmato CasaPound / Fronte europeo per la Siria, ma… sul loro sito la foto di Cesena non compare.

Sarà forse perché fin dalle prime luci del giorno al posto di quello striscione era magicamente apparso questo?

[Forlì] Striscione razzista di Casapound di fronte ad un asilo

17 marzo 2016 – Nuovo ‘blitz’ di Casapound: nella nottata tra mercoledì e giovedì è stato collocato sulla cancellata dell’asilo “Le Api”, al quartiere Romiti, uno striscione con scritto “Stop immigrazione”. “Anche questa volta è un atto grave e vergognoso – afferma Rifondazione Comunista -. Le scuole devono insegnare prima di tutto rispetto, confronto e integrazione tra i popoli. Come sempre sono atti di volgare razzismo che mirano a creare paura e divisione, un clima di odio dove chi odia ci possa sguazzare per speculare politicamente”.

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