[San Paolo in Alpe] Report del trekking solidale di domenica 21 novembre

Domenica 21 novembre, approfittando del bel tempo che ci ha offerto la montagna (a differenza del grigiore che in questi giorni ci sta regalando la pianura) abbiamo preso parte ad una bella escursione per un nuovo TREKKING SOLIDALE a sostegno delle/degli antifascist* condannat* per l’opposizione alla sede neofascista di Cesena.
Questa volta la nostra meta è stata la zona di San Paolo in Alpe, in provincia di Forlì-Cesena, comune di Santa Sofia, all’interno dell’area del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.Un ampio altopiano, quello di San Paolo, un tempo insediamento abitativo ora abbandonato, posto a poco più di mille metri di altezza (1030 per la precisione) sulla dorsale che divide due rami del fiume Bidente (quello di Ridracoli dal Bidente di Campigna), che nel 1944 era sede di un comando dell’VIII Brigata Garibaldi (Gruppo Brigate “Romagna”) dove venivano effettuati dagli Alleati lanci aerei per rifornire di armi, esplosivo, vestiario e viveri i nuclei partigiani attivi nella zona durante la seconda guerra mondiale.
Per questo il 12 aprile del ‘44 l’altipiano di San Paolo fu attaccato e occupato militarmente da reparti nazi-fascisti con l’obiettivo di sbaragliare la Resistenza. I nazi-fascisti bruciarono durante il rastrellamento anche il caseggiato civile e la chiesa presenti (in anni recenti, una porzione del caseggiato colonico è stata oggetto di restauro, ed ora è adibita a bivacco, mentre la Chiesa di Sant’Agostino, con annessa l’antica osteria, si presenta ancora come un rudere con impalcature a sorreggere ciò che ne è rimasto, come il campanile).
Partit* da Cà Fiumari e arrivat* all’altopiano dopo una salita durata circa un oretta, il panorama ci ha ricompensato del sudore e della fatica: verdi e vasti prati, usati in estate come pascolo del bestiame e luogo prediletto di cervi e altri animali selvatici, tra rose canine ed alcuni pioppi secolari, e tutto attorno come splendida visuale le vette dell’appennino tosco-romagnolo che dividono la Romagna dalla Toscana.
Dopo una sosta con vino e panini vegan, e dopo aver fatto una visita al bivacco, siamo ripartit* per terminare il nostro sentiero ad anello, affrontando la discesa tra le faggete che ci hanno disteso innanzi il tappeto delle loro foglie, ed il torrente (guadato) che di quando in quando si esibiva in piccoli salti, fino ad arrivare al punto da dove eravamo partit*.
Anche questa volta una magnifica giornata, dove si è stat* assieme, ci si è conosciut* meglio, e si è data concretezza alla parola solidarietà.