[Rimini] Indagati 17 militanti Forza Nuova per aggressione verbale via web

12 ottobre 2017

17 militanti di Forza Nuova Rimini sono stati iscritti nel registro degli indagati e le pagine social del raggruppamemto parapolitico sono state oscurate. Ecco le prime conseguenze delle querele presentate in luglio dalla vicesindaca riminese Gloria Lisi, verbalmente diffamata e minacciata via web per aver pubblicato una foto della sua visita a Emmanuel, il giovane nigeriano che era stato brutalmente aggredito a Marina Centro.


Il fatto che la politica non permetta più infamie a mezzo web è certamente un’ottima notizia. È fondamentale che proprio essa abbia smesso di derubricare questa fucina di violenza a semplici slanci folcloristici e abbia cominciato a denunciare queste mostruosità, come affermato anche dalla presidente della Camera Laura Boldrini nella sua visita a Rimini alcuni giorni fa.

Ogni azione per contrastare questi grumi di odio è un segnale che le istituzioni non sono più disposte a far passare sotto silenzio tali autentiche violenze verbali. Oltre ad avere una funzione repressiva dei tanti “leoni da tastiera” si tratta di un messaggio educativo che stabilisce che non può essere lecita la violenza in nessuna forma. In questo caso la politica ha dato un ottimo esempio nei confronti soprattutto dei giovani, i quali ora sanno che l’esternazione dell’odio è inammissibile.

Bisogna rendersi conto che gli hate crime, anche se compiuti da chi si nasconde dietro un monitor, rappresentano dei reati veri e propri che non possono più essere tollerati solo perché commessi digitando parole. Le parole sono pesanti come pietre. Occorre rendersi conto che chi scaglia parole d’odio anche sul web contribuisce a creare un clima sociale in cui maturano violenze, discriminazioni, esclusioni, fascismi e razzismi.

Non c’è dubbio che sono stati fatti passi avanti, come l’approvazione della legge Fiano alla Camera e della legge contro il negazionismo. A questo punto ciò che manca è una norma generale a tutela delle persone omosessuali e transessuali, ma proprio nelle scorse settimane Gaynews ha lanciato a livello nazionale un’iniziativa per chiedere a tutte le Regioni apposite norme antidiscriminatorie. Le norme penali afferiscono al legislatore nazionale ed è molto negativo che la legge sull’omofobia sia bloccata al Senato. Tutto il resto però può essere fatto dalle Regioni con interventi nelle scuole per la parità di genere, la lotta la bullismo, le discriminazioni sul lavoro e approcci sanitari specifici. Su questa iniziativa legislativa regionale ci sarà un dibattito al Cassero di Bologna lunedì 9 alle 21:00 col direttore Franco Grillini.

Anche Arcigay Rimini e il coordinamento del Summer Pride hanno ricevuto molte minacce e aggressioni verbali (e non solo) in questi anni ed è un’ottima notizia che le istituzioni si mettano dalla parte di chi è continuamente bersaglio di queste manifestazioni di odio e di violenza. Inoltre Arcigay Rimini, all’interno della campagna di Arcigay nazionale #ChiamiamoliInCausa, ha provveduto a presentare esposti, invitando tutti e tutte a non tollerare più la violenza che emerge da questi pozzi neri d’odio, anche perché alcuni potrebbero sentirsi legittimati ad agire anche materialmente, e questo deve essere assolutamente prevenuto.

http://www.gaynews.it/primo-piano/item/826-rimini,-indagati-17-militanti-forza-nuova-per-aggressione-verbale-via-web.html


10 Novembre 2020

(Rimini) Insulti sessisti e razzisti contro il vicesindaco Gloria Lisi: sale a sei il numero dei diffamatori pentiti. “L’ultima lettera di scuse mi è arrivata proprio qualche minuto fa – spiega Gloria Lisi – devo ancora andare dal mio avvocato per scoprire di chi si tratta e decidere a quale associazione indirizzare quanto riceverò a titolo di risarcimento”.

Parliamo degli haters che hanno, in diversi casi e a più riprese, ricoperto di insulti sessisti e razzisti il Vicesindaco di Rimini semplicemente per aver condiviso link o creato post di solidarietà e vicinanza a rifugiati o extracomunitari. La portata degli insulti a sfondo sessuale e razziale non poteva essere elusa e la Lisi ha annunciato pubblicamente che avrebbe denunciato tutti gli autori delle offese. E così ha fatto, con l’aiuto dell’avvocato Maurizio Ghinelli. Gloria Lisi non chiede nessun risarcimento o onorario per lei e il suo avvocato e ha deciso di devolvere quanto ricevuto a titolo risarcitorio in beneficenza. Una sorta di nemesi, visto che i bonifici vanno, tra gli altri, a favore di associazioni che, a vario titolo, si occupano di sostegno e inclusione ad immigrati e rifugiati.

Al momento sono sei le lettere di scuse arrivate alla Lisi, con altrettanti bonifici a titolo risarcitorio – per il valore complessivo di circa duemila euro – tutti devoluti dalla Lisi, come già detto, in beneficenza, attraverso sette bonifici ad altrettante realtà sociali e del territorio. I primi due bonifici arrivano dallo stesso hater e risale al luglio 2019. La Lisi infatti fa indirizzare il primo, 100 euro, sul conto corrente del della ONG Sea Watch e l’altro sempre di 100 euro in favore della ONG Mediterranea-Saving-Humans. Parliamo degli insulti ricevuti dopo che la Lisi, con un post sulla sua pagina face book, aveva difeso Emma Morrone, pubblicando la vicenda che ha visto la cantante offesa da un leghista dopo aver detto che vanno aperti i porti ai migranti. (“Aprite i porti? Apri tu le cosce e fatti pagare”) e anche su di lei piovono offese dello stesso tenore.

Gli altri bonifici fanno parte invece del risarcimento per un’altra vicenda. Poco dop La Lisi è diventata infatti oggetto di pesanti attacchi di iscritti e simpatizzanti di Forza Nuova, per aver portato la solidarietà dell’Amministrazione a Emmanuel Nnumani, un giovane migrante nigeriano, gravemente ferito da uno squilibrato che lo aveva prima accoltellato davanti ad un minimarket di viale Trento Trieste, quindi lo aveva investito dopo un breve inseguimento. Fatti avvenuti la sera del 22 marzo del 2017. La Lisi aveva sporto denuncia contro 17 persone – tra le quali diversi esponenti e militanti di Forza Nuova – per diffamazione a mezzo internet. Sostenuta dal Comune, che aveva subito chiesto e ottenuto di oscurare le pagine in questione.

È una donna, la prima imputata del processo che vede seduti sul banco del tribunale di Rimini iscritti e “simpatizzanti” di Forza Nuova, chiamati a rispondere del reato di diffamazione aggravata contro la vice sindaca e assessora ai Servizi sociali Gloria Lisi, a chiudere la sua partita con la giustizia. L’avvocato Maurizio Ghinelli, infatti, legale della Lisi, ha immediatamente rimesso la querela, dopo una lettera «con scuse vere» e un assegno «subito girato da Gloria Lisi all’associazione Arcobaleno che tiene corsi di italiano per stranieri».

Arrivano altre scuse e, insieme al risarcimento, anche il quarto bonifico e quinto bonifico di Gloria Lisi. Il primo viene inviato all’Istituto Oncologico Romagnolo, lo Ior di rimini, mentre il secondo all’associazione Crisalide, che opera sul territorio di Rimini a sostegno delle donne operate di tumore al seno. Sono di questi giorni il sesto e settimo bonifico, devoluto dalla Lisi all’associazione sportiva “Club Scherma Ariminum” e in parte alla medicina d’urgenza, con una donazione di fiori a quegli eroi di tutti i giorni che stanno lottando in prima linea contro il Covid nei pronto soccorso, nei drive through, negli uffici di igiene pubblica, dove giorno dopo giorno sono alle prese con tamponi. Fino alla sesta lettera di scuse, arrivata all’avvocato Ghinelli proprio in queste ore e ancora da verificare.

“Ho pensato a lungo e non senza sofferenza – spiega Gloria Lisi – alla necessità o meno di andare fino in fondo. Poi mi sono convinta che dovevo dare un segnale forte a tutti, anche e soprattutto a quelle donne che subiscono la mia sorte e non hanno la possibilità o il coraggio di opporsi. Penso in particolare alle nostre figlie, alle più giovani vittime del cyber bullismo che, per paura, a volte si tengono tutto dentro e non denunciano. Non dobbiamo avere paura di reagire e denunciare pubblicamente, perché chi si nasconde dietro uno pseudonimo ha paura soprattutto di questo. E’ questo il messaggio che vorrei arrivasse forte. Non sto facendo questo per un interesse personale, ma perché denunciare è semplicemente giusto, perché non possiamo darla vinta a questi diffamatori, ma dobbiamo fidarci delle Istituzioni che, come in questi casi, hanno dimostrato di agire bene, in difesa delle persone offese. Anche grazie al loro lavoro è stato possibile trasformare un gesto di odio, in un atto d’amore, verso associazioni che ogni giorno danno un contributo enorme alla propria comunità. Il mio ringraziamento va infine all’avvocato Ghinelli che mi sta affiancando non solo professionalmente ma anche umanamente, condividendo con me il valore etico e morale di queste azioni”.

https://www.buongiornorimini.it/item/21175-insulti-sessisti-contro-vicesindaco-lisi-donati-in-beneficenza-i-risarcimenti.html