[Forlì] Fiaccolata dei gruppi neofascisti romagnoli

Sabato 12 febbraio, a Forlì, nel parco di Via “martiri delle foibe”, si terrà un raduno fascista.

Non sarà un semplice banchetto come abbiamo visto anche recentemente (ad inizio anno ci sono stati per esempio i tesseramenti di Fratelli d’Italia con un banchetto in centro a Forlì, Casapound a Cesena e quello della Rete dei Patrioti con banchetti a Rimini [in Largo Giulio Cesare], Ravenna [mercato di viale Berlinguer] e Cesena [Piazzetta Albani – zona Barriera]).

Si tratta invece di una “fiaccolata” degli aderenti ai gruppi neofascisti, indetta con il pretesto di celebrare il “giorno del ricordo” sui fatti accaduti durante e dopo la seconda guerra mondiale sul cosiddetto “confine orientale”, giornata istituita in Italia nel 2004 e che cade il 10 febbraio di ogni anno.

A questa “fiaccolata” parteciperanno infatti fascisti provenienti da diverse città, come risulta ad una rapida ricerca, dato che l’iniziativa è stata pubblicizzata da tutte le sigle del neofascismo romagnolo, attraverso i loro canali social: ci saranno i camerati di Casapound (che sul tema nella città di Cesena chiedono un monumento al posto della segnaletica nel giardino alle “vittime delle foibe”), quelli della Rete dei Patrioti (ex Forza Nuova) e quelli associati a Lealtà-Azione del forlivese. Hanno poi pubblicizzato la cosa anche alcuni personaggi di primo piano di Fratelli d’Italia e Gioventù Nazionale a livello territoriale (che hanno anche organizzato un loro presidio il 10 febbraio sempre a Forlì nella stessa Via), a dimostrazione del ritrovato rapporto che intercorre tra le diverse anime della destra locale, anche istituzionale (ricordiamo che a Forlì FdI e Lega reggono l’amministrazione comunale), almeno da quando Forza Nuova in Romagna si è disciolta come neve al sole.

E’ un rapporto che non nasce certo oggi, quello tra i diversi gruppi neofascisti locali, come dimostra la partecipazione congiunta degli aderenti di Casapound, Movimento Nazionale-Rete dei Patrioti, Lealtà-Azione (attraverso l’associazione Memento) e alcuni personaggi di FdI alla commemorazione del repubblichino Giuseppe Menghi (morto il 3 febbraio 2014) presso il cimitero di Predappio il 29 gennaio di quest’anno e anche il 7 febbraio del 2021.

Una “fiaccolata” si è tenuta anche a Rimini il 10 febbario, ai giardini di piazzale Carso, dove hanno partecipato una trentina di fascisti, organizzata dal Movimento nazionale-Rete dei Patrioti Romagna, con interventi di Mirco Ottaviani e Desideria Raggi (ex responsabili romagnoli di Forza Nuova). Qua sotto la foto.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 11 persone e persone in piedi

Tornando alla questione delle foibe, come sappiamo, l’anniversario istituzionale del 10 febbraio è divenuto sempre più occasione per i gruppi fascisti di dar voce alla loro propaganda infarcita di esagerazioni, vere e proprie menzogne e odio anti-partigiano nemmeno dissimulato.
Le istituzioni, a livello nazionale come locale, in tutto questo hanno fornito una ben accogliente spalla ai camerati fascisti, spesso riprendendo le loro fonti ed amplificandone le falsità e le strumentalizzazioni di comodo.
E’ infatti assurdo voler spiegare la storia senza addentrarsi nelle vicende che l’hanno caratterizzata, decontestualizzando il periodo in cui un fatto è avvenuto.
Spesso a corollario del “giorno del ricordo”, le istituzioni hanno per esempio rilasciato medaglie commemorative destinate ai parenti di persone uccise o “infoibate” in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nei territori occupati dai fascisti in Jugoslavia, medaglie che in diverse occasioni sono finite per celebrare invece personaggi risultati compromessi con il regime fascista, autori di rastrellamenti di partigiani o addirittura veri e propri criminali di guerra (vedi qui).

La guerra è sempre una brutta cosa, e per questo ci fa orrore (non come i fascisti che l’hanno sempre osannata come “sola igiene del mondo”), ma per capire davvero un avvenimento non si possono tralasciare i fatti che lo hanno determinato. Nel caso contingente i fatti sono che l’Italia fascista, ai tempi, occupava militarmente territori storicamente slavi in quello che veniva chiamato il “confine orientale” ed aveva attuato con ferocia inaudita una “italianizzazione” forzata volta a sradicare ogni presenza non italiana, predisponendo trasferimenti di massa delle popolazioni locali da quelle zone.
Il regime fascista fu un infatti regime brutale, non soltanto sul fronte interno ma tanto più nei territori occupati, dove le popolazioni venivano considerate inferiori e quindi meritevoli di trattamenti vessatori e discriminanti.
Non stupisce quindi che le popolazioni slave avessero in odio i fascisti e chi collaborava con loro.
Un odio che può benissimo essersi espresso, in taluni casi, in atti che oggi potremmo biasimare, ma che comunque possiamo ben comprendere alla luce del comportamento degli occupanti.

In questi anni però la retorica fascista ha enormemente gonfiato i numeri delle persone cosiddette “infoibate” per accrescere il sentimento di indignazione verso le popolazioni slave, i partigiani jugoslavi e quelli italiani. I movimenti fascisti e gli “studiosi” di parte hanno sovente riportato dati che non rispondono al vero poiché di nessuna valenza storica, non citando quasi mai le fonti o citando fonti che al contrario brillano per l’assenza di seri studi storici. Così i numeri delle persone infoibate, quasi sempre fascisti o collaboratori di fascisti (ma occorrerebbe dire che anche i fascisti gettavano nelle voragini carsiche i loro nemici), sono andati aumentando col tempo, fino a diventare decine di migliaia se non milioni, cifre inesatte e fantasiose che non trovano riscontro. Numeri che però servivano per equiparare la “questione foibe” al genocidio compiuto dai nazifascisti contro ebrei, rom, omosessuali, oppositori politici, portatori di handicap, etc.

Un’equiparazione impossibile da fare, a dir poco oltraggiosa, ma che anche le istituzioni non si vergognano ormai di compiere. D’altronde non è un caso se la legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo ha individuato la data del 10 febbraio a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) del 27 gennaio.
E’ la becera logica della “pacificazione nazionale” con cui, da Luciano Violante in poi (da presidente della Camera nel 1996, ex PCI ed allora col partito dei Democratici di Sinistra), passando per gli anni del “berlusconismo” (ve lo ricordate Berlusconi quando paragonava il confino fascista a luoghi di villeggiatura?), si è tentato di riabilitare e di mettere sullo stesso piano partigiani e reduci di Salò, ed addirittura vittime e carnefici, nel desiderio di trovare un’improbabile “storia condivisa” della nazione.

Ebbene, ancora di più nella ricorrenza di questa giornata, occorre ribadirlo forte: non può esserci storia condivisa con chi celebra ancora oggi un regime tirannico ed omicida come quello fascista e i suoi esponenti, con chi ancora sceglie di discriminare sulla base del colore della pelle o della preferenza in materia sessuale, con chi si esalta nel ricordare il militarismo italico e le imprese belliche in Jugoslavia, in Grecia, in Albania e in Africa dimenticando che il colonialismo è stata una delle peggiori colpe dell’occidente.
Non può esserci pacificazione con questa gentaglia, che solo qualche giorno fa ha aggredito e ferito un uomo a Verona (in questo caso si tratta dei prodi eroi del Blocco Studentesco, che poco prima avevano minacciato una residente intenta a staccare manifesti fascisti sul tema foibe).

Ricordiamo, sì! Ricordiamoci bene cos’è stato il fascismo.

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AGGIORNAMENTO DEL 13 FEBBRAIO 2022

I fascisti – una cinquantina – infine ieri si sono ritrovati davanti alla Porta Schiavonia a Forlì, e da lì, con bandiere tricolori e striscione, hanno intrapreso un breve tratto in corteo fino al luogo del raduno nel parco di Via “martiri delle foibe”.
Di seguito le foto che i fascisti hanno pubblicato sui loro social network

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Giovedì 10 febbraio nello stesso parco si sono recati anche i (post)fascisti di Fratelli d’Italia e Gioventù Nazionale Forlì-Cesena con una corona di  fiori, striscione e intervento.
Ecco la foto.