[Cesena] Report del Trekking Urbano Partigiano del 19 dicembre

Dopo un paio di trekking in montagna organizzati nei mesi precedenti, come previsto domenica 19 dicembre 2021 è stata la volta del Trekking Urbano Partigiano svolto per le strade di Cesena attraversando i luoghi della resistenza cittadina.
Arrivando alla stazione ferroviaria, ci siamo dirett* in una decina di punti ben precisi, quelli in cui sono avvenuti fatti degni di nota durante la resistenza al nazifascismo.

Abbiamo ricordato luoghi e soprattutto persone: antifascist* e partigian*, spesso molto giovani, che non si sono arresi di fronte al regime ma che hanno rischiato e spesso perduto la vita per un ideale di libertà. Luoghi che ricordano le loro abitazioni o il punto esatto di eccidi e omicidi perpetuati dai nazifascisti contro esponenti del mondo antifascista ma anche luoghi che un tempo erano carceri (la Rocca malatestiana, sul Colle Garampo) oppure famigerate case del fascio (ora una è la sede BNL di via Gastone Sozzi e l’altra è il Palazzo del Ridotto) dove prima di fucilare i prigionieri si effettuavano torture e sevizie sugli oppositori politici ma anche sugli ebrei di Cesena.
Ma siamo stati anche dove una lapide ricorda i sabotaggi operai e gli scioperi di massa del marzo del 1944 delle maestranze dell’Arrigoni, nell’area di fronte della stazione ora occupata da scuole e università, e davanti ad altri luoghi che invece sono stati teatro di audaci azioni partigiane come gli attentati contro le strutture e i singoli esponenti del regime o le bombe contro le case del fascio: giuste vendette contro gli oppressori!

Angoli cittadini, tutti quelli che abbiamo raggiunto e di cui abbiamo fornito una lettura storica, le cui vicende chi oggi cammina per Cesena magari nemmeno conosce, o che ci appaiono completamente diversi da allora, irriconoscibili: perfino un negozio alla moda al posto di un bar (ovvero lo scomparso Bar Centrale di Corso Mazzini 58) dove un efferato fascista noto per le sue crudeltà contro la popolazione trovò la giusta punizione per mano partigiana. Luoghi di socialità divenuti luoghi di consumo e disimpegno sociale.
Alcuni di questi luoghi portano una lapide a ricordo di quegli eventi, dove però spesso chi legge non capisce correttamente cosa sia successo per il linguaggio criptico. Lapidi che portano la dicitura “immolati al feroce odio dei mostri” quando invece occorre scrivere chiaro il nome di questi mostri: i fascisti!
Altri luoghi non recano nemmeno una iscrizione; per questo si sono lasciate sul posto alcune plance che ricordano sommariamente, ma in modo chiaro, i nomi, i fatti e le responsabilità di quanto accaduto ormai quasi 80 anni fa.

Perché sono passati molti anni, è vero, dalla Resistenza e dalla guerra civile che, ricordiamo, fu anche guerra di classe. Ma l’afflato di liberazione che accompagnava chi lottava per una società più giusta non è affatto scomparsa con la fine del regime fascista; il fascismo si è incistato nel profondo delle istituzioni repubblicane e cosiddette democratiche, un rimosso di cui non si sono mai fatti i conti fino in fondo e che non ricompare solo nelle vesti dei nostalgici del ventennio e nei raggruppamenti della destra radicale. Anche i padroni, dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, sono rimasti gli stessi di prima, riaccomodatisi al loro posto dopo aver foraggiato il fascismo per anni. Perché chi sognava un mondo nuovo purtroppo non è riuscit* ad abbattere i mostri più grandi che avevan generato il fascismo e che lo possono generare ancora, seppur in forme e modalità diverse: il capitalismo proprietario e il principio d’autorità.

Non serve solo ricordare; quella tenacia dimostrata, quello slancio nel superare paure e rassegnazione, quella determinazione ad agire di chi imbracciò le armi contro l’oppressione di ieri ci devono oggi riscaldare il cuore e ci comunicano che, a fronte delle tante difficoltà che incontriamo sul nostro cammino, è possibile tentare di ribaltare l’esistente.

Con questo pensiero in testa abbiamo brindato con vin brulè caldo, alla faccia del freddo di questi giorni, e raccolto un contributo solidale per le/gli antifascist* condannat* a settembre dal tribunale per l’opposizione alla sede neofascista di Cesena.

Perché noi siamo persone a cui piace esser coerenti fino in fondo.

Le partecipanti e i partecipanti al Trekking Urbano Partigiano di Cesena

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QUI I TESTI CON LA LETTURA STORICA DEI FATTI E DEI PERSONAGGI INCONTRATI DURANTE IL TREKKING URBANO PARTIGIANO (clicca qua sotto per scaricare il download del PDF, oppure clicca sulle immagini per leggere ):
Cesena – Opposizione e oppositori al regime nazifascista

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QUI SOTTO LE PLANCE APPOSTE IN PIÙ PUNTI DELLA CITTÀ

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ALCUNE FOTO DELL’INIZIATIVA