La Romagna non si fa mai mancare niente, vero? Così circa due mesi fa il generale Roberto Vannacci, ormai noto a livello nazionale, di recente promosso a capo di stato maggiore delle forze operative terrestri dell’esercito a pochi giorni dall’avvio di un procedimento disciplinare da parte del ministero della Difesa per i contenuti del suo libro omofobo, sessista e razzista, l’11 dicembre scorso ha presentato a Ravenna il suo “Il mondo al contrario”, dapprima autopubblicato e distribuito su Amazon e poi rieditato dalle edizioni di destra “Il Cerchio” di Rimini. Libro che ha venduto, a quanto si dice, più di 200.000 copie divenendo un caso letterario, anche se di arte letteraria nel testo se ne trova ben poca, e che in diverse parti d’Italia ha suscitato diverse proteste che sono riuscite in qualche caso a bloccarne la presentazione. La cosa più interessante è però chi ha organizzato l’iniziativa.
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[Forlì-Cesena] Maschilismo e patriarcato di Casapound
Di seguito una breve analisi a partire dalle ultime azioni del noto movimento neofascista in provincia di Forlì-Cesena, che si sono prodotte non solo in ambito romagnolo visto che le azioni si inseriscono in una strategia nazionale, tesa ad inserirsi in maniera vomitevole nel dibattito sul patriarcato sviluppatosi dopo l’ennesimo femminicidio, quello di Giulia Cecchettin.
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[Ferrara] Il governo vuol costruire un CPR nell’area dell’ex Aeroporto militare.
Ferrara è stata scelta dal governo Meloni come uno dei possibili siti dove costruire un CPR, uno dei nuovi lager per migranti, centri di detenzione che l’esecutivo vuole aprire almeno uno per Regione (oggi ne esistono 10 in tutta Italia), e che a quanto pare saranno realizzati – a meno di energiche proteste – in caserme o aree militari dismesse, isolate dalla collettività e facilmente sorvegliabili, per aumentare il processo di ghettizzazione delle persone che vi finiscono all’interno.
[Cesena] Apre un nuovo covo fascista e razzista in centro storico
Diamo questa notizia, di cui hanno riferito anche alcuni giornali locali1.
Nella serata di venerdì 27 ottobre è stata aperta ufficialmente la nuova sede cesenate dell’organizzazione CasaPound, con un “brindisi” che ha visto la presenza di qualche volto noto del neofascismo locale.
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[Rimini] A Pennabilli ordine del giorno “contro l’accoglienza dei profughi, di qualsiasi razza”
Mauro Giannini, ex militare ed ex leghista, ancora al centro di polemiche dopo l’ordinanza in cui istituiva multe per chi dà ospitalità a stranieri senza avvertire il Comune ed altri precedenti.
Riprendiamo dai media di informazione
[Rimini] Roberto Savi confessa attentati fascisti a Rimini: quali e ordinati da chi?
3 marzo 2023 – da chiamacittà
Da alcuni giorni sui giornali è comparsa la notizia che Roberto Savi, 68 anni, il feroce capo della banda della Uno Bianca operante nella nostra Regione fra gli anni Ottanta e Novanta, avrebbe rilasciato circa un anno fa ai giudici della Procura di Bologna una dichiarazione spontanea in cui si attribuisce la responsabilità di alcuni attentati fatti con esplosivi a Rimini nei primi anni ’70. Savi è stato condannato all’ergastolo per 24 omicidi e numerose rapine compiuti in quegli anni. Gli attentati sarebbero stati fatti, sempre secondo Savi, nell’ambito delle attività di movimenti dell’estrema destra riminese.
MSI a Rimini, una storia tutta da scrivere
Analisi del neofascismo a Predappio
Migliaia di neofascisti hanno di nuovo affollato le strade di Predappio. Ecco un’analisi di questo fenomeno redatta dal ricercatore austriaco Maximilian Aelfers, che ha svolto un periodo di servizio civile alla Fondazione Cdec di Milano.
Manifesto dell’antisessismo nei luoghi misti antifascisti
Dato che all’interno dell’ambito delle lotte sociali ed anche dell’antifascismo militante, emerge spesso e volentieri un’impreparazione diffusa riguardo all’esercizio dell’antisessismo, ripubblichiamo da “Umanità Nova” n. 19 del 17 maggio 2009 (poi ampliato e rivisto da https://assembleantifascistabologna.noblogs.org) la traduzione abbreviata di un “Manifesto dell’antisessismo nei luoghi misti antifascisti” scritto in Germania e diffuso a Kreuzberg negli anni Novanta.
Sebbene parli di antifascismo, il discorso – sempre attuale, al di là di quando è stato scritto il manifesto – potrebbe valere infatti anche per altre forme di antagonismo. Crediamo che una riflessione su questi temi sia importante, non solo a partire da singoli episodi, ma mettendo in questione ogni giorno il sistema storico-culturale che li produce. Continua la lettura di Manifesto dell’antisessismo nei luoghi misti antifascisti
Il tribunale di Forlì Condanna l’antifascismo
■ IL TRIBUNALE DI FORLÌ CONDANNA L’ANTIFASCISMO! ■
Solidarietà alle antifasciste e agli antifascisti condannatx per essersi oppostx all’apertura di un covo fascista a Cesena.
Mercoledì 15 settembre 2021 al Tribunale di Forlì si è tenuta l’udienza definitiva di primo grado, con relativa sentenza, del processo che vedeva imputate 5 persone per diversi reati riguardanti la composita opposizione contro l’apertura della sede di Cesena di Casapound aperta in Via Albertini 28/D nel gennaio 2018.
Nella fattispecie, i fatti si riferiscono a delle “pressioni” – che sarebbero avvenute subito prima dell’apertura del covo dei fascisti del terzo millennio – nei confronti dei proprietari del negozio che sarà poi di fatto affittato proprio al gruppo di estrema destra, e a un volantino che ricordava le complicità di chi concede i propri locali a questi gruppi affisso per Cesena, con indicati nomi e cognomi dei summenzionati proprietari.
Dopo diverse udienze – e diversi presidi antifascisti solidali di fronte al Tribunale – il giudice, Ilaria Rosati, ha assolto una di queste cinque persone e condannato le altre quattro. Tre di queste sono state condannate ad una multa di 800 euro a testa per diffamazione, per la diffusione del già detto volantino, sebbene non si sia portata una sola prova a carico nei loro confronti: né un fermo di polizia con identificazione, né immagini di telecamere e nemmeno il sequestro del volantino in questione. É bastata la sola testimonianza di un paio di poliziotti che dicono di averle viste affiggere il volantino per farle condannare, anche se queste hanno sempre affermato di aver distribuito un volantino differente da quello preso in esame (un volantino esistente, effettivamente diffuso davanti a negozi sfitti che, genericamente, invitava i proprietari a non affittare i propri spazi a movimenti fascisti).
Un’altra persona è stata invece condannata a sette mesi di carcere, con pena sospesa, per tentata violenza privata, con l’accusa di avere tentato verbalmente di convincere i proprietari a non affittare il loro negozio ad un manipolo di picchiatori fascisti dichiarati.
Oltre alle condanne, c’è da aggiungere anche il pagamento complessivo delle spese legali e processuali e un risarcimento di circa 9.000 euro in totale per i proprietari del negozio, Daniele e Francesco Lombardini, padre e figlio (quest’ultimo avvocato) costituitisi come parte civile, che hanno lamentato un danno di immagine e psicologico, telefonate di persone risentite per la scelta di affittare il negozio a un gruppo di fascisti ed esprimendo il timore di ipotetiche ritorsioni.
In tutto si parla quindi di circa 15.000 euro da dover sborsare se in appello la sentenza di condanna dovesse essere confermata.
Come già detto altre volte, senza voler fare qui dello sterile vittimismo, queste persone pagano anche per le tante iniziative e lotte antifasciste portate avanti a Cesena a seguito dell’apertura della sede di Casapound (sede che fu oggetto anche di esposti da parte dei condomini dello stabile in cui era situata, che certo non gradivano questo tipo di vicinato, e che oggi risulta in vendita e frequentata pochissimo, con parte del gruppo di Casapound impegnata come settore attivo nell’organizzazione dei cosiddetti “No Paura Day” ed un’altra transitata sul carro di Fratelli d’Italia, partito che in città ha recentemente aperto una sua sede in piazza del Popolo, dove prima c’era la sezione del PD).
Ancora di più, anche se non una novità, queste condanne ci sembrano il frutto del clima che respiriamo oggi in Italia, dove tra discriminazioni etniche e di genere, aggressioni ai lavoratori in lotta da parte di squadracce private pagate dalle imprese, manovre poliziesche e giudiziarie contro l’opposizione dal basso agli ultimi governi e sempre nuovi e affinati strumenti repressivi non ci deve stupire che un giudice nell’epoca attuale si senta giustificato a condannare quattro antifascistx….per antifascismo! In questo modo legittimando indirettamente la presenza dei gruppi fascisti e delle loro gesta sui territori.
Ovviamente, è chiaro che le antifasciste e gli antifascisti che sono statx condannatx andranno sostenutx, anche riguardo l’aspetto solidale-monetario per quella che ci appare come una vera e propria estorsione da migliaia di euro.
Il tentativo palese è quello di intimidire le persone disposte a lottare per un’idea di esistenza in totale contrapposizione con l’ideologia autoritaria, sfruttatrice e sostanzialmente fascista.
Spetta a tutte e tutti noi – antifasciste e antifascisti, persone libere, solidali – dimostrare che non hanno raggiunto lo scopo, e dimostrare che chi lotta non è mai solx!
– ANTIFASCISTE ED ANTIFASCISTI DI FORLÌ E CESENA
– INDIVIDUALITÀ LIBERTARIE
Per sottoscrivere il presente comunicato, da parte di gruppi, collettivi, spazi, etc, la mail a cui fare riferimento è questa: cesenantifa@inventati.org
Forza Nuova: nipotini della Guardia di ferro
di Saverio Ferrari (*)
Forza nuova, nata nel settembre 1997, è tra le più vecchie fra le formazioni neofasciste post-missine. Di stampo integralista cattolico, si ispira senza infingimenti, da sempre, alla Guardia di ferro rumena fondata da Corneliu Zelea Codreanu, uno dei più sanguinari movimenti antisemiti che l’Europa abbia mai conosciuto. Attiva negli anni Trenta e Quaranta, la Guardia di ferro arrivò a collaborare con i nazisti e praticare l’azione terroristica su larga scala. I “legionari” (così si facevano chiamare) della Guardia di ferro furono soprattutto protagonisti di spaventosi pogrom antiebraici, tra gli altri quello di Bucarest del 22 gennaio 1941. Un atto bestiale: i legionari irruppero nel quartiere ebraico, incendiando le sinagoghe, devastando e distruggendo. Al macello comunale vennero radunati centinaia di ebrei. Dopo aver simulato una cerimonia kosher molti di loro vennero trascinati al mattatoio, sgozzati e appesi ai ganci, come carcasse di animali, con la scritta al collo «carne ebrea». «Li avevano scorticati vivi, a giudicare dalla quantità di sangue», riferì in un suo telegramma l’ambasciatore degli Stati Uniti in Romania, menzionando tra i corpi anche una bambina di meno di cinque anni, appesa per i piedi. Altri, disse, erano stati decapitati. Per un raggio di diversi chilometri si rinvennero i corpi degli ebrei assassinati dalla furia della Guardia di ferro. Più di un centinaio di essi furono ritrovati nudi il 24 gennaio a Banasea, sulla linea tra Bucarest e Ploiesti, altri ottanta sulla strada per Giurgiu. Un bilancio finale non si riuscì mai a stilarlo. Le fonti più attendibili parlarono di 630 morti e 400 scomparsi.
Costituita da Roberto Fiore (già promotore alla fine degli anni Settanta di Terza posizione) e da Massimo Morsello (prima nella sezione del Fuan di via Siena a Roma, poi nei Nar), ambedue fuggiti a Londra nel 1980 (inseguiti da mandati di cattura per associazione sovversiva e banda armata e successivamente condannati rispettivamente a cinque anni e sei mesi e a otto anni e due mesi), Forza nuova è stata più volte oggetto di attenzioni da parte della magistratura. Moltissimi sono stati gli episodi che hanno visto militanti e dirigenti di Fn, o che vi avevano fatto parte, condannati per aggressioni violente. L’elenco sarebbe lunghissimo. Ma riguardo la natura di questa organizzazione, di particolare rilevanza sono stati due pronunciamenti della Cassazione: il primo, dell’8 giugno 2010, con sentenza avversa a una denuncia di Roberto Fiore, ritenne «pienamente giustificato l’uso delle espressioni» «nazifascisti» e «neofascisti» nei confronti di Forza nuova. Il secondo, del 10 febbraio 2011 (sentenza 4938 della Quinta sezione penale), assolveva dall’accusa di diffamazione il direttore e un giornalista del «Corriere della Sera», denunciati anche in questo caso da Roberto Fiore, per l’intervista a un politico che definiva l’organizzazione «chiaramente fascista» e «portatrice di valori quali la xenofobia, il razzismo, la violenza e l’antisemitismo». Il testo della sentenza affermava che «alla luce dei dati storici e dell’assetto normativo vigente durante il ventennio fascista, segnatamente delle leggi razziali», la qualità di fascista «non può essere depurata dalla qualità di razzista e ritenersi incontaminata dall’accostamento al nazismo».
Forza nuova, dopo aver subito nel maggio 2020 una grossa scissione che ha dato vita alla Rete dei Patrioti e prosciugato molte sezioni territoriali, si è infiltrata come scelta strategica nei movimenti No Vax e No Green Pass, radicalizzando paroled’ordine soprattutto contro la “Dittatura sanitaria”. La lotta con CasaPound per l’egemonia nella galassia neofascista la sta spingendo sempre più verso derive violente. L’assalto alla Cgil è un punto di arrivo, volto a segnare con un inconfondibile marchio fascista la propria azione.
(*) ripreso dalla pagina facebook dell’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre
Sull’ipotesi di scioglimento di Forza Nuova
Oggi si fa un gran parlare di scioglimento dei gruppi fascisti dopo l’assalto di questi (leggasi Forza Nuova) alla sede di Roma della Cgil (assalto avvenuto con la sostanziale copertura dei dirigenti di polizia li presenti che ben sapevano dove Fiore, Castellino e soci si stavan dirigendo, dato che lo avevano annunciato precedentemente dal palco).
Però, rileviamo che non ci è sembrato che quando i fasci assaltavano centri sociali o accoltellavano immigrati la sinistra istituzionale si sia mai troppo scandalizzata.
Eppure c’è chi in tutti questi anni non ha mai abbassato la testa contro i fascisti e contro chi gli concede l’agibilita’ per agire e organizzarsi. Sono coloro che proprio la sinistra istituzionale chiama “estremisti”, coloro che vogliono che i fascisti non trovino spazio da nessuna parte.
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