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Non succede tutti i giorni trovarsi a camminare per boschi e sentieri in oltre 40 persone. Eppure è quello che è successo domenica 26 marzo, quando ci siamo date/i appuntamento sopra Modigliana, per una nuova giornata di trekking solidali. Partendo nei pressi della Foresta di Montebello ci siamo incamminate/i lungo il sentiero 574, che in poco più di un’oretta di semplice passeggiata su un largo percorso ben segnato ci ha condotte/i alla Chiesa di San Valentino: qui ci siamo fermate/i per aspettare chi era rimasta/o indietro e per dire due cose sulla Banda Corbari, formazione partigiana che nei mesi immediatamente successivi all’armistizio operava proprio in queste zone, e che abbiamo deciso di ricordare con questo trekking.
Abbiamo raccontato delle azioni e dei momenti più eclatanti della vita della Banda, come l’occupazione del paese di Tredozio (che si protrasse per una decina di giorni nel gennaio del 1944) e la battaglia sul Monte Lavane (cima appenninica dove nel luglio del 1944 ci fu una dura battaglia tra partigiani e nazi-fascisti, in seguito ad un aviolancio intercettato dai fascisti). E abbiamo ripercorso le divertenti storie che si raccontano sulle beffarde gesta di Silvio Corbari, che con le sue trovate ha più volte ridicolizzato il nemico.
Una volta ricompattate/i abbiamo proseguito verso la vicina Cà Cornio, luogo nel quale ci siamo fermate/i per il tanto atteso pranzo. Buonissimi panini vegan accompagnati da ingenti quantità di vino, un prato riscaldato dai raggi del Sole, il forte vento che ci aveva accompagnato per buona parte della mattinata che per un po’ ci ha dato tregua, tante chiacchiere e anche un po’ di musica grazie a diverse compagne e compagni che avevano deciso di portarsi appresso qualche strumentino acustico.
Prima di ripartire abbiamo anche ricordato cosa successe in quella casa (Cà Cornio) il 18 agosto del 1944, quando Silvio Corbari, Iris Versari, Adriano Casadei e Arturo Spazzoli vennero sorpresi dai fascisti in seguito ad una spiata. Durante l’attacco Iris, impossibilitata alla fuga per via di una ferita alla gamba, uccise un soldato sull’uscio della porta della camera in cui si trovavano e poi si sparò. Arturo venne ferito mentre tentava di fuggire, Silvio si ferì buttandosi da una finestra nel sottostante dirupo ed entrambi vennero catturati: stessa sorte toccò ad Adriano, che tornò indietro per aiutare Silvio.
I partigiani vennero poi impiccati ancora vivi a Castrocaro (tranne Arturo, che venne ucciso da un soldato che non sopportava i suoi lamenti per via delle ferite) e in seguito appesi ai lampioni della Piazza di Forlì, a monito per la popolazione. Anche il corpo di Iris, dopo essere stato trascinato sull’aia della casa e abbandonato sul prato, venne poi appeso a Forlì.
Prima di ripartire per l’ultimo tratto di sentiero abbiamo anche appeso due plance nei pressi della casa (ALLEGHIAMO IL TESTO DELLA PLANCIA AL TERMINE DI QUESTO SCRITTO).
E quindi via, lungo il sentiero 573B detto “dell’amicizia” (chiamato così in onore della forte amicizia che legava Silvio Corbari ad Adriano Casadei), dove abbiamo attraversato un piccolo guado e in poco tempo siamo tornate/i nel punto da cui eravamo partite/i qualche ora prima.
Come ci succede sempre al termine di giornate così intense, torniamo a casa stanche/i ma felici, per le belle persone incontrate, per i posti nuovi che abbiamo conosciuto, per le storie che abbiamo avuto modo di raccontarci e raccontare, e perché ci rendiamo conto che la parola antifascismo ha un senso ancora oggi. Non ultimo, per avere portato in prima persona, ancora una volta, solidarietà alle due compagne e ai due compagni che sono state condannate/i per essersi opposte/i all’apertura della sede di CaccaPound di Cesena nel 2018: a loro va la tutta la nostra solidarietà e la nostra complicità.
Ci teniamo a ringraziare chi, oltre allo Spazio Libertario ‘Sole e Baleno’ ha contribuito alla realizzazione della giornata: Scampagnate Resistenti, Sandra Bellini (autrice del bellissimo libro “Iris Versari, una biografia partigiana”, che vi consigliamo vivamente di leggere) e Il Trebbo: a loro va un grande grazie per essersi sbattute/i a organizzare una bellissima giornata, alla quale speriamo, ne seguiranno presto altre!
Ci vediamo sui sentieri, ci vediamo nelle piazze, antifasciste/i sempre!
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(TESTO DELLA PLANCIA)
A RICORDO DELLA BANDA CORBARI
Su questi monti, tra gli abitati di Modigliana e Tredozio, operava la Banda Corbari, un gruppo di giovani antifascist*, di quell’antifascismo spontaneo, coraggioso e ostinato, che alla disciplina militaresca preferiva l’azione diretta, in prima persona, contro il regime fascista e l’occupante nazista.
Ricordiamo Iris Versari, Silvio Corbari, Adriano Casadei e Arturo Spazzoli, sorpresi dai nazifascisti a Ca’ Cornio, nelle colline fra Modigliana e Tredozio, il 18 agosto 1944 a causa di una spia infame; uccisi e poi esibiti come trofei a Castrocaro, prima di essere appesi ai lampioni di piazza Saffi a Forlì il 18 agosto, in segno di disprezzo e per seminare il terrore tra la popolazione.
Qui i nazifascisti condussero anche il partigiano Tonino Spazzoli che, dopo essere stato torturato in carcere, venne costretto ad assistere alla macabra esposizione del cadavere del fratello, per poi essere ucciso a sua volta il giorno seguente, nei pressi di Coccolia, località in cui era nato.
La brigata nota col nome di Banda Corbari, che spesso e volentieri operava autonomamente dal CNL, gettando lo scompiglio tra le fila nazi-fasciste con imprese audaci e spericolate, riuscì ad impiegare fino a 140 elementi, per la maggior parte giovani, insofferenti al regime mussoliniano. La banda poté contare sulla protezione e la simpatia di gran parte della popolazione della zona in cui operava, che si estendeva fra i paesi e le colline tra Sadurano e Faenza.
Rischiando e perdendo la loro vita, queste anime inquiete, questi cuori palpitanti d’amore per la libertà, ci parlano ancora oggi con voce potente e sembrano dirci: la resistenza non è finita, continuate la lotta! Laddove c’è tirannia, laddove c’è autorità imposta, laddove ci sono ingiustizie, là c’è il fascismo!
Afferrando il testimone delle battaglie passate, presenti e future, promettiamo di non cedere mai alla rassegnazione, a quella brutta apatia che inibisce i sensi e ci fa accettare le ingiustizie più intollerabili: combatteremo, come avete combattuto voi, gettando oltre l’ostacolo i nostri cuori ardenti, come avete fatto voi. Il vostro esempio ci sarà da incitamento.
Non smetteremo di lottare.
TREKKING SOLIDALI ROMAGNA
SPAZIO LIBERTARIO “SOLE E BALENO” CESENA
SCAMPAGNATE RESISTENTI
OSSERVATORIO ANTIFASCISTA DELLA ROMAGNA
COLLETTIVO IL 3BBO RAVENNA