Tre giorni fa circa duecento immigrati, soprattutto tunisini, avevano sfilato per il centro di Ravenna al grido di “Italia vergogna” e “carabinieri assassini”, invocando giustizia e sventolando la foto di Hamdi Ben Hassen. “Andremo avanti a protestare finché non avremo la verità” avevano gridato lungo il corteo.
Secondo la versione dei Carabinieri, l’Audi con a bordo i tre ragazzi tunisini, era stata notata mentre zigzagava pericolosamente. Ma quando è stato intimato l’alt, il conducente ha accelerato, rischiando d’investire un agente. Da lì l’inseguimento, che ha coinvolto diverse pattuglie fino a Ravenna. Una corsa a velocità folle, interrotta in via Bassano del Grappa: durante le concitate fasi tra inseguimenti e speronamenti, uno dei tunisini è stato notato con un’arma e un militare ha fatto fuoco, colpendo il Hamdi Ben Hassem che era alla guida. In realtà sembra che i colpi sparati siano almeno 14, assai più del caricatore dell’arma in dotazione ad un singolo carabiniere. Diversa è la versione di uno dei ragazzi tunisini sull’auto e degli amici “Hanno sparato 14 proiettili per niente – si sono sfogati in gruppo davanti ai microfoni dei cronisti – Non si uccide una persona solo perché non si ferma al posto di blocco. Non avevano nessun arma in macchina. Quelle le hanno messe i carabinieri per salvarsi”. Trasportato in condizioni gravissime, Hamdi è morto per le ferite riportate al torace.
Ma la tensione a Ravenna potrebbe schizzare nuovamente lunedì perché è stata confermata invece la manifestazione di lunedì sera organizzata dai fascisti Forza Nuova.