Riceviamo e condividiamo il resoconto della mobilitazione antifascista del 5 novembre contro Forza Nuova a Cesena in piazza Sanguinetti, di fronte alla stazione ferroviaria.
Le scoregge sventolanti – reportage sul presidio di FN di sabato scorso a Cesena
Senza troppi giri di parole, il punto di partenza del nostro discorso è semplice: i fascisti ci fanno schifo, ci hanno sempre fatto schifo. Essi rappresentano, oggi come ieri, tutto quello che odiamo, combattiamo e vogliamo vedere distrutto per sempre: razzismo, sessismo, nazionalismo, omofobia, culto delle gerarchie, disprezzo per il «diverso»… in poche parole, personificano la quintessenza dell’autoritarismo più volgare e stupido.
I fascisti ci fanno schifo. Per questo, assieme a tante e tanti altre/i sabato 5 novembre siamo andate e andati a Cesena a contestarli, davanti alla stazione ferroviaria dove i camerati di Forza Nuova Romagna avevano da qualche giorno preannunciato un presidio. Il pretesto era quello di «difendere Cesena», come pomposamente scritto sul loro striscione, da tutto ciò che reputano «degrado» e cioè senzatetto, immigrati, senza documenti, persone che semplicemente si vivono la strada, etc.
Non serve dire che, come altre volte, anche per questa bella iniziativa razzista i fascisti avevano ottenuto l’autorizzazione della Questura di Forlì-Cesena.
Queste 24 scoregge sventolanti le loro bandiere (rigorosamente 2 per persona per sembrare di più, e rischiando peraltro di farsi venire il tunnel carpale!) hanno di nuovo però fatto male i loro conti, ritrovandosi a fronteggiare un numero più che doppio di persone a loro irriducibilmente ostili.
Ancor più positivo il fatto che sul posto si sia radunato un gruppo consistente di ragazze e ragazzi del luogo, molti dei quali appartenenti a famiglie con genitori immigrati, che non si sono certo fatti scrupoli nell’urlare in faccia tutto il loro disprezzo e il loro scherno ai fascisti, ricordandogli così che il vero degrado è il fascismo stesso e il razzismo che mette uno contro l’altro gli individui per motivi stupidi e strumentali.
Al di là degli inni d’Italia stonatissimi e dei soliti slogan stile «boia chi molla», l’impressione che ci hanno dato i fasci, invece, è di essere rimasti stupiti da questa risposta, cosa che li ha evidentemente innervositi tanto che i loro «capoccia» (rigorosamente venuti da fuori provincia: Riminese, Faenza e ravennate) più di una volta hanno chiesto ai poliziotti presenti di caricare gli antifascisti. Proprio una bella prova per questi presunti «ribelli» (eh, sì, come no!!!) che in realtà non sono altro che degli sbirri mancati, servi sciocchi del potere come e più dei loro amici in divisa!
C’è da dire, comunque, andando oltre la singola iniziativa di sabato, che queste scoregge da un po’ di tempo in qua stanno facendo sentire la loro puzza anche a Cesena, con striscioni affissi davanti alle scuole e manifestini anti-gay in alcune strade, con ronde vigliacche non preannunciate contro chi vive in strada alla stazione, con tanto di minacce e sollecitazioni ad andarsene, o chiedendo alle istituzioni lo sgombero dei posti in disuso adoperati dai senza tetto come ricovero temporaneo. O ancora andando davanti ai supermercati (col nome di «Solidarietà Nazionale») a chiedere la carità per i soli italiani e la fine degli aiuti per gli «stranieri».
Questi sbirri abortiti, indicando gli obiettivi da colpire e da reprimere e seguendo sempre lo stesso schema, cioè fomentando gli odi irrazionali degli italiani contro gli stranieri e tutti coloro che devierebbero dai loro canoni di presunta normalità, stanno alimentando un’insana quanto pericolosa guerra dei penultimi contro gli ultimi, con enorme gioia di chi detiene il potere.
Contro questi servi del potere non servono troppe parole. Occorre mobilitarsi tutte le volte che tenteranno di fare un passo in avanti e scendere in strada, a Cesena come ovunque!
Perché se è vero che i fascisti fanno schifo, non meno disprezzo è da nutrire verso coloro che, pur dicendosi antifascisti o antirazzisti, nel quotidiano – e anche in occasioni come queste – non fanno niente per combatterli.
Alcune e alcuni presenti
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