[Ravenna] Spartaco chiuso dalla giunta del Pd

Pubblichiamo questo comunicato del CSA Spartaco, sull’avvenuta chiusura (vigliacca) da parte del Comune di Ravenna, seguito da una nota di commento che ci é stata inviata. 

COMUNICATO DEL CSA SPARTACO

SPARTACO DEVE SCOMPARIRE

Dopo mesi di ambiguità, attese e lucchetti cambiati all’improvviso, l’amministrazione, accomodando la martellante pressione mediatica dell’opposizione e seguendo una linea nazionale più ampia, ha stabilito chiaramente che Spartaco non potrà più esistere come spazio.

In queste dinamiche torbide, ci sono state anche delle mancanze da parte dell’assemblea, dovute a momenti difficili che hanno richiesto molte energie per poterli gestire e affrontare, ma abbiamo sempre continuato a cercare il dialogo e proposto sempre risoluzioni ai diversi problemi che venivano riscontrati.

L’immobile quindi ora non è più Spartaco. L’amministrazione prevede per lo spazio lo sgombero definitivo di ogni locale, un eventuale e ipotetico intervento di ristrutturazione (che non si sa ancora quando verrà fatto e nemmeno a carico di chi) e successivamente, quando e semmai verranno fatti e si concluderanno questi lavori, la rimessa a bando per il suo utilizzo.

Pensiamo tuttavia che la scomparsa dell’unica realtà autogestita nella città di Ravenna, coinvolga non solo chi negli ultimi anni si è trovato a portarla avanti, bensì il suo intero territorio e qualsiasi persona o realtà che nell’arco della sua storia abbia frequentato e usufruito del luogo.

Dopo la chiusura dello spazio siamo scesə in piazza tuttǝ insieme, per manifestare contro la linea nazionale che sta prendendo piede e che ha coinvolto anche il nostro territorio. È stato bello vedere come la chiusura di uno spazio non fermi le energie. Urlavamo: ci volete fuori, saremo ovunque! Nonostante la chiusura dello spazio, l’assemblea pubblica del mercoledì ha continuato ad esserci ogni settimana.

La mancanza di uno spazio ha faticato a fermare chi vuole farsi sentire, chi non accetta queste politiche di repressione, chi non tollera le diseguaglianze, il fascismo, chi non accetta che Ravenna sia complice di genocidi, chi rifiuta il sionismo e tutto questo schifo! Tuttavia, la mancanza di uno spazio è un momento di rottura, di riflessione… la rabbia ci ha spintə fino qui, ma ora le forze sembrano venire meno. Ci rivolgiamo ora a chi abbia ancora a cuore l’esistenza di spazi di libertà in alternativa alla gentrificazione imperante. Vediamoci e confrontiamoci.

csaspartaco@inventati.org

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La chiusura del CSA Spartaco è solo l’ennesima dimostrazione che il Partito Democratico e i suoi alleati non sono meglio dei partiti di governo. Le politiche del PD sono sempre state politiche di destra, e Ravenna non fa difetto. Sgomberi di centri sociali e sfratti di povera gente sono sempre avvenuti nei comuni amministrati dal centro-sinistra, tacendo le politiche sull’immigrazione, l’ordine pubblico (cosiddetto) e la repressione del dissenso che non hanno mai avuto nulla da invidiare rispetto ad un Salvini o un Piantedosi, tanto per fare un esempio (ce li ricordiamo i CPT, le legge Turco-Napolitano, il decreto sicurezza targato Marco Minniti, la collaborazione con le milizie libiche e vari altri eccetera…). Potremmo andare anche più indietro nel tempo ed evocare la guerra nell’ex jugoslavia negli anni 90 con i caccia italiani mandati a bombardare la popolazione civile dal Governo D’Alema, per osservare che le dinamiche di potere e le politiche liberticide, autoritarie, militariste, filo-capitaliste e speculative, sostanzialmente destrorse di quest’area politica sono congenite e non nascono di certo oggi. Oltre alla responsabilità materiale della giunta di centro-sinistra del Comune di Ravenna, del Pd e del sindaco Barattoni nello sgombero dello Spartaco, c’è anche chi si è voluto intestare la responsabilità morale per la chiusura del CSA: la lista civica di destra La Pigna, che in tutti questi mesi ha cercato di ottenere questo esito, soprattutto per mezzo della sua esponente Veronica Verlicchi, spandendo menzogne su giornali/social e odio a piene mani contro l’autogestione di Spartaco.  Detto questo, solidarietà al CSA Spartaco di Ravenna, sperando che la sua storia non finisca qui ma continui (magari in altre forme, magari in altri spazi, chissà), perché mai come ora, in tempi di guerra diffusa (guerra imperialista e guerra al dissenso interno) c’è bisogno di luoghi dove affinare il pensiero critico e autorganizzarsi. 

Autogestione Romagna

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