Di seguito una breve analisi a partire dalle ultime azioni del noto movimento neofascista in provincia di Forlì-Cesena, che si sono prodotte non solo in ambito romagnolo visto che le azioni si inseriscono in una strategia nazionale, tesa ad inserirsi in maniera vomitevole nel dibattito sul patriarcato sviluppatosi dopo l’ennesimo femminicidio, quello di Giulia Cecchettin.
Come ormai noto il movimento neofascista Casapound a Cesena, dopo la chiusura della vecchia sede di via Albertini nel 2021, ha aperto una nuova sede ad ottobre di quest’anno, in Piazza Amendola 9, in pieno centro.
I militanti romagnoli di questa formazione, senza vergogna, il 24 novembre scorso, affiggevano sul cavalcavia adiacente alla coop Lungo Savio di Cesena uno striscione anti-femminista e maschilista, a proposito dell’uccisione di Giulia Cecchettin da parte di Filippo Turetta, per negare l’esistenza di un problema profondo di cultura patriarcale, addirittura riconducendo il femminicidio allo “svirilimento” del maschio italiano da parte della “decostruzione sociale e di genere”, come si legge in un aberrante comunicato dell’organizzazione nazionale.
Il 25 novembre, Blocco Studentesco, la componente giovanile di Casapound, attaccava poi uno striscione davanti al liceo Monti a Cesena, con la scritta “contro la violenza nessuna rieducazione, crescere uomini veri è la soluzione”, fatto seguire ad un comunicato in cui si imputano i femminicidi non alla cultura patriarcale ma alla mancanza di virilità da parte di quelli che non sarebbero più “uomini veri”. In più al pomeriggio hanno effettuato un piccolo presidio con banchetto davanti alla loro sede di piazza Amendola, con volantini dai medesimi contenuti.
In quella stessa settimana, infine, Casapound sia a Cesena che a Forlì (specie nelle aree vicine ai plessi scolastici) ha affisso manifesti murari sempre dello stesso tenore, col volto di Turetta, sull’esempio di quanto fatto in diverse città italiane. La notizia è data anche da un sito online che riporta spesso i comunicati e le azioni di area neofascista:
https://sestopotere.com/casapound-anche-a-forli-cesena-manifesti-sul-femminicidio-di-giulia/
Il tutto può essere fatto risalire al tentativo di Casapound, a livello nazionale come locale, di inserirsi mediaticamente in una vicenda, quella dell’uccisione di Giulia, che ha avuto un notevole risalto, dandone però una spiegazione totalmente sballata, utile solo a non mettere minimamente in causa quella ideologia patriarcale e proprietaria di cui i neofascisti di oggi sono degni eredi.
Il patriarcato, come si sa, è all’origine della famiglia così come la conosciamo oggi, con tutte le sue tare secolari, della proprietà (e quindi del capitalismo) e anche dell’organizzazione autoritaria e paternalista della società che si è data nome Stato.
Le azioni dei militanti di Casapound la dicono lunga sul pensiero – e di sicuro sulle prassi in ambito relazionale – di queste merdacce del terzo millennio ma, visto quanto detto sulla relazione tra patriarcato, capitalismo e Stato, spiegano anche assai bene il ruolo di agenti al servizio del potere.